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Venerdì 09 NOVEMBRE 2018
L’impatto della resistenza agli antibiotici in Europa: un problema che colpisce soprattutto l’Italia

Un articolo su The Lancet Infectious Diseases evidenzia come nonostante la presenza dei fenomeni di antibiotico resistenza vi sia in tutta Europa, nel nostro Paese si è verificato un terzo di tutti i decessi correlati all’antibiotico resistenza (10 mila morti).

Nell’articolo “Attributable deaths and disability-adjusted life-years caused by infections with antibiotic-resistant bacteria in the EU and the European Economic Area in 2015: a population-level modelling analysis” pubblicato su The Lancet Infectious Diseases il 5 novembre 2018, l’Ecdc ha sviluppato un modello statistico basato sui dati raccolti nel 2015 dallo European Antimicrobical Resistance Surveillance Network (Ears-Net), la rete di sorveglianza della resistenza agli antibiotici in Europa che ha stimato il “peso sanitario” (health burden) delle infezioni caratterizzate da 16 combinazioni tra antibiotico resistenza e batteri causate dalle 8 specie di batteri antibiotico-resistenti sotto sorveglianza.
 
Questo studio colma il gap di conoscenze sul tema (finora le uniche informazioni sul “peso” dell’antibiotico resistenza in Europa erano basate sui dati del 2007) e, per la prima volta, utilizza il DALYs per esprimere l’impatto del fenomeno (il DALYs è un indicatore che stima la somma degli anni di vita persi per mortalità prematura - Years of Life Lost - e degli anni di vita vissuti in condizioni di salute non ottimale o di disabilità - Years of Life lived with Disability).
 
Le indagini realizzate stimano che nel 2015, nei Paesi dell’Unione europea (Ue) e dello Spazio economico europeo (See) si siano verificati 671.689 casi di infezioni antibiotico-resistenti , a cui sono attribuibili 33.110 decessi e 874.541 DALYs (Disability Adjusted Life Years). Stime che corrispondono a un’incidenza di 131 casi di infezione antibiotico-resistente per 100 mila abitanti, a 6,44 decessi per 100 mila abitanti e a 170 DALYs per 100 mila abitanti. Dall’indagine emerge inoltre che le infezioni resistenti agli antibiotici sono diffuse in tutte le fasce di popolazione, colpendo in particolare i bambini sotto l’anno mentre negli adulti il “peso” di questa situazione aumenta con l’avanzare dell’età suggerendo che l’invecchiamento della popolazione residente in Ue e See possa portare a un aumento del “peso” di queste patologie.
 
La situazione italiana
Nonostante la presenza dei fenomeni di antibiotico resistenza in tutta Europa, l’analisi evidenzia la gravità del problema nel nostro Paese. Infatti, sebbene le stime sul peso delle infezioni batteriche resistenti mettano al primo posto Italia e Grecia, nel nostro Paese si è verificato un terzo di tutti i decessi correlati all’antibiotico resistenza (10 mila morti). Stime elaborate sulla base dei dati forniti dalla sorveglianza dell'antibioticoresistenza dell’Istituto superiore di sanità (Ar-Iss).
 
I microrganismi coinvolti
Questo studio evidenzia che il 67,9% dei DALYs è stato causato da infezioni dovute a 4 specie di batteri antibiotico resistenti (E. coli e K. pneumoniae resistenti a cefalosporine di terza generazione, S. aureus resistente alla meticillina (Mrsa) e P. aeruginosa resistente ai carbapenemi); le infezioni da batteri resistenti ai carbapenemi o alla colistina sono responsabili del 38,7% dei DALYs. Il “peso sanitario” delle infezioni da K. pneumoniae resistente ai carbapenemi è aumentato di più di 6 volte dal 2007 sia in termini di numero di infezioni , che di decessi.
 
Cosa possiamo fare
È stato stimato che il 63,5% dei casi di infezione con batteri resistenti sia associato all’assistenza sanitaria, causando il 72,4% dei decessi correlabili e il 74,9% di DALYs. Un risultato che suggerisce come gli effetti sulla salute delle infezioni con antibiotico resistenza si verifichino soprattutto negli ambienti di cura (es. gli ospedali). È quindi importante contrastare le infezioni correlate all’assistenza per garantire la sicurezza dei pazienti e, allo stesso tempo, cercare trattamenti alternativi per le situazioni di co-morbidità o vulnerabilità (per esempio le immunodepressioni).
 
Le strategie per prevenire e controllare le resistenze agli antibiotici richiedono, inoltre, un coordinamento globale europeo e strategie nazionali specifiche, in grado di fronteggiare le situazioni locali.
 
Annalisa Pantosti
Paolo D’Ancona
Patrizio Pezzotti
Istituto superiore di sanità
 
Fonte: epicentro.iss.it

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