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Lunedì 12 NOVEMBRE 2018
Morbillo a Bari, cinque sindaci scendono in campo, e raccolgono il plauso della Fnomceo

Alfredo Longo (Maruggio, Taranto), Giuseppe Colonna (Mola, Bari), Antonio Tutolo (Lucera, Foggia), Michele Abbaticchio (Bitonto, Bari) e Tommaso De Palma (Giovinazzo, Bari), nei mesi scorsi, avevano emesso delle ordinanze contro l'accesso a scuola dei bimbi non vaccinati. Ora, dopo gli otto casi di morbillo accertati, ribadiscono e rafforzano la loro posizione. Per Anelli (Fnomceo), “In maniera coraggiosa, si fanno interprete delle istanze di Salute della popolazione. Li ringraziamo e che li invitiamo a un incontro con il nostro Esecutivo”.

Otto casi di morbillo già accertati, un nono molto probabile e il rischio che possano essercene altri. Accade a Bari, all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII: il focolaio epidemico sarebbe scoppiato – secondo notizie di stampa - anche per via della tardiva applicazione dei protocolli previsti dalla legge". Il ‘paziente zero’ sarebbe infatti una bambina di dieci anni, non vaccinata, ricoverata per due-tre giorni e poi dimessa prima della diagnosi, che sarebbe stata notificata solo il 6 novembre al dipartimento di prevenzione. Tra i colpiti, anche un bambino di undici mesi, troppo piccolo per essere vaccinato.  

“Dobbiamo prendere atto che, in molte zone d’Italia, le coperture per il morbillo non sono sufficienti a interrompere la circolazione del virus – spiega in una nota il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli – e agire di conseguenza. Il morbillo è infatti un virus altamente contagioso e la malattia può dare origine a complicanze anche gravi. Ribadiamo dunque la necessità di procedere al potenziamento dei servizi vaccinali e delle relative coperture vaccinali in modo da raggiungere gli obiettivi immunologici, rendendo operativa l’anagrafe nazionale vaccinale, garantendone l’implementazione, il monitoraggio e l’aggiornamento continuo”.

Intanto, in Puglia, scendono nuovamente in campo i Sindaci: Alfredo Longo (sindaco di Maruggio, Taranto), Giuseppe Colonna (Mola, Bari), Antonio Tutolo (Lucera, Foggia), Michele Abbaticchio (Bitonto, Bari) e Tommaso De Palma (Giovinazzo, Bari) avevano emesso mesi fa ordinanze per non concedere l'ammissione ai nidi e alle materne ai bambini, da zero a 6 anni, privi della certificazione che attestasse le avvenute vaccinazioni. Intervento supportato dalle Federazioni nazionale e regionale degli Ordini dei Medici. Ora, dopo gli otto casi di morbillo del Giovanni XXIII, ribadiscono e rafforzano la loro posizione.  

“Non possiamo restare inermi nell'attesa del legislatore e sulla paura di perdere vecchi o nuovi consensi. Occorre coraggio e occorre difendere i nostri bambini - è il commento del sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio - Anche tutte le altre strutture pubbliche dirette da Governi a vari livelli dovrebbero prendere ispirazione dalla nostra esperienza e rendere obbligatorie le esibizioni dei certificati di avvenuta somministrazione dei vaccini prima di ammettere i bambini presso le strutture di servizio o accoglienza. Sulla salute dei bambini non si può scherzare né innalzare steccati di natura ideologico - politica".

“Ben venga questa presa di posizione così chiara e netta da parte dei Sindaci - afferma Filippo Anelli - Un movimento spontaneo, che, in maniera coraggiosa, si fa interprete delle istanze di Salute della popolazione, e costituisce una vera novità nel difficile intento di assicurare con le vaccinazioni il diritto alla salute dei cittadini, in particolare di quelli più fragili”.

“La loro discesa in campo – continua il presidente Fnomceo – ha aperto una questione nevralgica sino ad allora sottaciuta e talora misconosciuta nella gestione del Servizio sanitario nazionale: la partecipazione democratica delle comunità locali e dei cittadini alla gestione della salute sia pubblica che individuale”. “È per questo motivo – conclude Anelli - che li ringraziamo e che li invitiamo a un incontro con il nostro Esecutivo in data da concordarsi”.

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