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Mercoledì 14 NOVEMBRE 2018
Medici e dirigenti sanitari in assemblea in vista dello sciopero del 23 novembre: “Da maggioranza per ora rassicurazioni non sufficienti. Protesta continua”

Assemblea pubblica oggi a Roma dei sindacati della dirigenza medica e sanitaria. Presenti alcuni esponenti della maggioranza e dell’opposizione. Incontro anche con la presidente dell’Affari sociali Lorefice e alcuni tecnici del Ministero della PA. Ricevute rassicurazioni su sblocco tetto per il salario accessorio ma tra i sindacati c’è scetticismo e la protesta continua.

Denunciano "lo smantellamento della sanità pubblica" “la carenza di risorse in manovra” e "l'assenza da 10 anni del contratto di lavoro con gravi danni economici e professionali". I sindacati della dirigenza medica e sanitaria in vista dello sciopero del 23 novembre rilanciano la protesta e hanno chiamato all'appello la politica in una assemblea pubblica al cinema Nuovo Olimpia, a Roma.  Dalla maggioranza sono arrivati ascolto e alcune rassicurazioni sullo sblocco del tetto per il salario accessorio, ma è evidente che sulle risorse le priorità del Governo sono altre. Ed ecco perché “fino al 23 novembre, giorno dello sciopero nazionale, continueremo la nostra battaglia", hanno evidenziato i sindacati.
 
Tra i politici presenti anche esponenti della maggioranza, i parlamentari M5S Giampiero Trizzino e Manuel Tuzi e dell’opposizione con Elena Carnevali e Paola Boldrini del Pd. Assenti illustri il Ministero della Salute, il Mef e le Regioni. Una delegazione dei sindacati della dirigenza medica ha incontrato in mattinata la presidente della Commissione Affari sociali della Camera, Marialucia Lorefice (M5S), all’incontro erano presenti anche i tecnici della Pa.
 
“Con il Governo siamo al lavoro per soddisfare le attese dei medici, dei veterinari e dei dirigenti sanitari del SSN in merito al rinnovo dei contratti di lavoro e alle nuove assunzioni, superando una situazione di stallo che si protrae da oltre10 anni”. Ha dichiarato in una nota Marialucia Lorefice, dopo l’incontro avuto stamane con le organizzazioni sindacali dei medici.
 
“Con alcuni colleghi della Commissione Affari Sociali avevamo già incontrato le OO.SS. lo scorso 17 ottobre – ha spiegato Lorefice -, a ciò erano seguiti da parte nostra gli opportuni approfondimenti con i competenti uffici del ministero della Pubblica Amministrazione, grazie alla disponibilità del sottosegretario Fantinati. Nel tavolo odierno ci siamo confrontati con i sindacati sulla strada che il Governo sta percorrendo in merito alle richieste da loro avanzate”.
 
“In particolare – ha riferito - nel Disegno di legge Concretezza, già depositato in Senato, si dispone che il limite previsto dall’articolo 23, comma 2, del dlgs 75 del 2017 non opera con riferimento agli incrementi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro successivi alla data di entrata in vigore del medesimo decreto legislativo”.
 
“Gli uffici tecnici del Governo – ha proseguito la presidente – valuteranno le ulteriori proposte avanzate dai sindacati al fine di ridurre i disagi dei medici e dei dirigenti che operano nella sanità pubblica e valorizzare la loro professionalità. Siamo consapevoli che è solo grazie alla loro competenza, ai loro sacrifici e alla loro dedizione che possiamo garantire ai cittadini un Servizio Sanitario efficiente ed equo. E’ ora di dire basta alle stagioni dei tagli lineari e delle politiche anti-meritocratiche, da parte del Governo c’è l’assoluta volontà di cambiare rotta”. 
  
“E' il secondo incontro - ha spiegato Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil medici - abbiamo apprezzato la disponibilità ad ascoltarci. C'è l'impegno da parte della presidente Lorefice e dei tecnici del ministero della Funzione pubblica, presenti all'incontro, a risolvere il problema del tetto del salario accessorio imposto dalla legge Madia e bloccato al 2016". "Ci è stato detto che nel 'decreto concretezza' ci sarà una norma per sbloccare questo tetto - ha precisato Filippi - Non abbiamo molto chiaro se questo ci consentirà di reintrodurre la Ria (retribuzione individuale di anzianità). Noi ci aspetteremmo di sì, ma prevediamo una dialettica con le Regioni che hanno usato questa voce per altri scopi e non per qualificare i professionisti. Confermiamo lo sciopero - sottolinea - perché in ballo ci sono altre questioni: assunzioni straordinarie, il finanziamento del fondo sanitario e il tetto alle spese per il personale e lo sblocco delle assunzioni".
 
"Qualcosa si sta muovendo - rileva Carlo Palermo, segretario Anaao Assomed - l'apertura sulle questioni economiche del contratto è fondamentale per fermare la fuga dei colleghi verso la pensione e il privato. Chiudere il contratto significa tornare a rendere il Ssn attrattivo per i professionisti". 
 
“Lo sciopero non può essere fermato, a meno di accordi sottoscritti con il Governo. Però oggi - ha proseguito Palermo - c'è stata una prima apertura nel senso di valutare le nostre richieste di superare il blocco del salario accessorio, previsto dalla legge Madia che lo fissa al 2016, per quanto riguarda la Ria (Retribuzione individuale di anzianità). In realtà la Ria non comprende spese specifiche dello Stato, è una sorta di risparmio che incamerano le aziende sanitarie. Risparmio che viene sfruttato per altre questioni non sempre indirizzate alla cura dei cittadini. Noi chiediamo che queste risorse, la Ria appunto, possano superare il limite previsto dalla legge Madia ed essere utilizzate per ridurre i disagi dei medici. Questo significa la reperibilità, lo straordinario, le notti e le guardie festive. Tutta una serie di istituti che si traducono in vantaggi diretti per i cittadini e possono aiutare a favorire la carriera dei medici, perché oggi come oggi abbiamo 100 mila dirigenti medici bloccati in nella fascia di 'professional' che necessità di essere articolata in più posizioni modo tale dare ai medici una prospettiva di crescita diversa".
 
Più scettivo Alessandro Vergallo, presidente Aaroi-Emac, presente all'incontro con la presidente Lorefice, "oggi è l'ennesima fumata se non nera grigia, nel senso che abbiamo assistito a una serie di prese di posizioni e di impegni sul Ssn, ma di fatto non si è sbloccato nulla sulla vertenza. Lo sciopero resta confermato - ha sottolineato Vergallo - anzi non escludiamo anche altre giornate. Di fatto assistiamo a continue promesse. E' pur vero che questo Governo eredita situazioni incancrenite da decenni, ma ora c'è una emergenza e qualcuno la dovrà affrontare".
 
"Quello che è stato promesso rimangono opinioni personali e non un impegno dell'agenda di Governo - ha rimarcato Giuseppe Ettore, presidente della Federazione sindacale dei medici dirigenti (Fesmed) - Quando poi ci si confronta con le Regioni e con il Mef ci si trova davanti un imbuto e non si capisce chi deve risolvere la matassa. Noi chiediamo che la salute dei cittadini e della sanità pubblica ritornino al centro dell'agenda pubblica".
 
“Le questioni che abbiamo posto sono state considerate corrispondenti alla politica di Governo – ha detto Aldo Grasselli presidente Fvm – ma aspettiamo una risposta giuridica per dare serenità al comparto e sospendere la protesta”.
 
“Per ora non vedo segnali di novità – ha affermato il presidente Cimo, Guido Quici – c’è un certo tipo di movimento finalizzato a recuperare la Ria e l’esclusività di rapporto, tutte le forze politiche si dichiarano favorevoli ma su gli atti sono convinto che non succederà quasi nulla”.
 
“Abbiamo chiesto – ha affermato Alessandra Di Tullio, Coordinatore nazionale FASSID -  misure concrete per interrompere la deriva negativa che il SSN ha intrapreso da troppo tempo. E abbiamo registrato la risposta cautamente positiva da parte dell’On. Lorefice e della Funzione Pubblica sullo sblocco della RIA, che potrebbe avvenire in tempi rapidi (entro la fine dell’anno) tramite una norma inserita nel disegno di legge  “Concretezza” della Bongiorno, collegato alla legge di Bilancio  (o Decreto Legge autonomo)”.

 
“Da noi del M5S c’è grande attenzione sul miglioramento della qualità del lavoro e su una giusta retribuzione – ha dichiarato Giorgio Trizzino del M5S – Il rinnovo del contratto è una questione che va affrontata e so che anche il Ministro è molto attento sul tema. Bisogna però trovare le risorse, ma non è semplice in questo momento anche perché il bisogno sociale del Paese è preminente, abbiamo 6 milioni di poveri ed è il primo argomento su cui dobbiamo far convergere la nostra attenzione e il reddito di cittadinanza è la risposta. Poi vengono tutte le altre cose e il contratto fa parte di questo pacchetto”.
 
 
 
 
 
 
 
 

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