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Venerdì 16 NOVEMBRE 2018
Aosta, infermiera uccide i 2 figli con un’iniezione letale e si toglie la vita. Sgomento e dolore tra i colleghi

La donna avrebbe praticato ai due bambini una iniezione letale probabilmente con un cocktail di farmaci. A trovare i corpi il marito. La direzione dell’Ausl esprime “dolore e cordoglio”. Lavorava nel reparto di Cardiologia e UTIC.

Ha ucciso i due figli, di 7 anni e di 9 anni, con un’iniezione letale e poi si è tolta la vita. È accaduto a Aymavilles la scorsa notte. A trovare i cadaveri della donna, che faceva l’infermiera, e dei bambini, è stato il marito. Sulla vicenda è intervenuta la Direzione aziendale dell’Ausl Valle D’Aosta con una nota. Nella nota si riferisce, anzitutto, del sentimento di “incredulità e sgomento" da parte dei “colleghi di Marisa, sia quelli che lavoravano al suo fianco nel reparto di Cardiologia e UTIC sia coloro che operavano all’intero Dipartimento delle Discipline mediche”. La direzione aziendale esprime anch’essa “dolore e cordoglio per i tragici eventi”.

“Marisa, infermiera della cardiologia da molti anni, ha sempre dato prova di essere una professionista preparata, attenta ai bisogni dei pazienti, scrupolosa, ed ottima collega”, si legge nella nota diffusa dall’Ausl. “La sua umanità si estendeva non solo ai bisogni dei pazienti, ma anche a quella dei familiari che, preoccupati dallo stato dei loro congiunti, ricevevano sempre da lei parole e gesti di conforto.  Rappresentava per i suoi colleghi un esempio cui ispirarsi, in particolare per quanto riguarda la presa in carico della ‘persona’ che per lei non era mai riducibile ad un semplice numero fra i tanti degenti presenti in corsia. Collaborava a tutta l’attività del reparto con una dedizione ed una scrupolosità rare”.

“Nei momenti di pausa del lavoro e nei momenti di incontri al di fuori dall’attività lavorativa – ricorda ancora la nota - ha sempre manifestato l’indole di una mamma attenta ai bisogni dei figli, presente, dedicata alla famiglia con un amore che solo le mamme sanno comprendere. Era rammaricata di averli avuti da 'grande' ma questo era un motivo per accompagnarli sempre nelle loro attività scolastiche e sportive. Adorava i suoi figli!”

Il rammarico per le persone che l’hanno conosciuta e apprezzata è “di non aver colto, nei suoi occhi, quella grandissima sofferenza che aveva nell’animo. Abbiamo lavorato fianco a fianco con lei fino all'ultimo turno e ancora in quest'occasione abbiamo apprezzato la professionista di sempre e la mamma di sempre, perché, anche l’ultima notte che ha passato in ospedale ha lavorato da ‘ottima infermiera’ e ha parlato dei suoi figli da ‘ottima mamma’”.

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