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Mercoledì 21 NOVEMBRE 2018
Sciopero medici e dirigenti sanitari. Gelli (Pd): “È sacrosanto. In manovra troppo poco per personale e Ssn”

"Non ci sono ulteriori risorse per i rinnovi contrattuali 2016-2018, manca ancora l’accordo sul rinnovo del contratto della dirigenza e, per il Ssn, nonostante gli annunci del ministro Grillo, ci troviamo con solo 1 mld in più già programmato dalla legge di Bilancio 2018 del Governo Gentiloni. Tra gli attuali emendamenti della maggioranza, non si parla di nuove assunzioni né si interviene per rimodulare l’attuale tetto di spesa per il personale.” Così Gelli, già membro per il Pd della Commissione Affari Sociali nella scorsa legislatura.

“Medici, veterinari e dirigenti sanitari fanno bene a scioperare. In manovra non ci sono ulteriori risorse per i rinnovi contrattuali 2016 – 2018, manca ancora l’accordo sul rinnovo del contratto della dirigenza e, per il Ssn, nonostante gli annunci del ministro Grillo, ci troviamo con solo 1 mld in più già programmato dalla legge di Bilancio 2018 del Governo Gentiloni. Tra gli attuali emendamenti segnalati dalla maggioranza, non si parla di nuove assunzioni né si interviene per rimodulare l’attuale tetto di spesa per il personale.”
 
E' quanto dichiarato da Federico Gelli, già membro per il Pd della Commissione Affari Sociali alla Camera nella scorsa legislatura nella scorsa legislatura a proposito dell'annunciato sciopero dei medici in programma venerdì 23 novembre.

“Si pensa illusoriamente di risolvere il problema delle liste d'attesa nei Pronto soccorso con uno stanziamento complessivo di 50 mln senza intervenire sulle dotazioni di personale affrontando il tema della carenza di medici. Era stata inoltre annunciata l’abolizione del superticket e, invece, nella migliore delle ipotesi si andrà lievemente ad incrementare il Fondo per la sua riduzione già stanziato dalla passata legge di Bilancio. Come riportato dall’Ufficio parlamentare di bilancio, in caso di una crescita del Pil inferiore alle attese, per riportare il deficit entro i limiti previsti, potrebbero scattare tagli automatici alla spesa che andrebbero a colpire principalmente la spesa sanitaria. Si confermano politiche allocative che implicano una perdita di terreno del comparto sanitario rispetto alla crescita del prodotto nominale. Infine, la parte più preoccupante riguarda il fatto che gli aumenti del Fondo sanitario nazionale siano stati tutti vincolati ad una irrealistica sottoscrizione del nuovo Patto per la salute entro il 31 gennaio 2019.”

“La molteplicità dei temi messi sul tappeto e la brevità del tempo fissato per la definizione congiunta degli interventi da parte di Stato e Regioni – conclude Gelli - potrebbero rendere più che ardua l’impresa di rispettare i tempi previsti.”

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