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Venerdì 23 NOVEMBRE 2018
Il Nursind a Razza: “Pochi infermieri, vita dei pazienti a rischio”

Il coordinatore regionale del sindacato, Francesco Frittita, scrive all’assessore per segnalare i rischi della forte carenza di infermieri, a cui si associa quella del personale di supporto. “Gli Oss non sono presenti h24, come se di notte i pazienti non ci fossero”. A supplire a questa mancanza sono gli infermieri, che per svolgere competenze non infermieristiche, riducono il tempo da dedicare al paziente, “ccon relativo innalzamento del rischio clinico”, fa notare Frittita.

“Egregio assessore Razza, in relazione ad un'indagine conoscitiva effettuata sul campo, il Nursind ha appreso che in quasi tutte le unità operative del sistema sanitario siciliano non vi sono risorse infermieristiche sufficienti a garantire un'adeguata e sicura assistenza infermieristica al paziente”. Inizia così una nota inviata dal coordinatore regionale del Nursind, Francesco Frittita, all’assessorato alla Salute Ruggero Razza.

Nel documento, Frittitta interviene duramente: “Chiediamo di snellire e migliorare le procedure di stabilizzazione, mobilità e concorso in Sicilia, e diutilizzare le figure professionali per il ruolo del proprio profilo professionale ovvero nell'assistenza diretta ai pazienti. E qualora lo ritenesse opportuno, far cambiare qualifica a quegli operatori che, non potendo esercitare la loro professione nelle corsie, potrebbero transitare nel ruolo amministrativo permettendo l'immissione di operato sanitari dediti all'assistenza”.

“Cominciate ad assumervi le vostre responsabilità in merito alla mortalità della rete ospedaliera siciliana”, è il monito di Frittita al governo regionale.

Nel documento il sindacalista pone l’attenzione sulla carenza di personale infermieristico ma non solo: “Se tutto questo può sembrare allarmante per le unità operative semplici e complesse di base – dice -  lo diventa ancor più per quelle delle aree emergenziali od ad alta complessità assistenziale, poiché alla carenza infermieristica si associa anche quella del personale di supporto, come l'operatore socio sanitario, che non è presente nell'arco delle ventiquattro ore, come se di notte i pazienti non ci fossero, determinando di fatto uno spostamento dell'attività lavorativa dell'infermiere verso aree che non sono del proprio profilo professionale determinando la diminuzione del tempo da dedicare al paziente con relativo innalzamento del rischio clinico per pazienti che per complessità e gravità assistenziale lo hanno già alto di suo”.

Per Frittita “questo crea da parte dell'assistito e della sua famiglia la percezione dell'assistenza carente, quasi “svogliata”, aumentando i conflitti con il personale sanitario che molto più frequentemente  sfociano in aggressioni sia verbali che fisiche e innescando un meccanismo perverso di rallentamento e peggioramento dell'assistenza infermieristica”.

“Con parametri così restrittivi per determinare le dotazioni organiche - conclude il sindacalista -  in cui non si tiene conto del territorio, tutte le attività che rientrano nel nostro profilo professionale vengono a perdere di efficacia”.

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