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Mercoledì 05 DICEMBRE 2018
Ru486 in day hospital in Lombardia. L’annuncio di Gallera in commissione Salute

La consigliera Bocci rivendica l’impegno del Pd per ottenere questo risultato. “Il tavolo scientifico istituito, sull’analisi della letteratura medica raccolta, ha evidenziato che l’interruzione farmacologica non comporta a breve complicanze tali da imporre un ricovero lungo, anzi ha meno conseguenze negative sulla salute e la fertilità della donna”, spiega. Anche per Forte (M5S) “una buona notizia per tutte le donne”.

Grazie al nostro intervento la  Ru486 potrà essere somministrata  in day hospital.  A  sottolinearlo è la consigliera regionale Paola Bocci (Pd), a seguito dell’annuncio dato oggi in Commissione sanità, nel corso della presentazione della delibera delle regole,  dall’assessore Giulio Gallera.

”Il luglio scorso - spiega Boccii in una nota -  dopo aver condotto un’indagine negli ospedali lombardi che  aveva evidenziato che la Lombardia   era fanalino di coda nell’utilizzo dell’interruzione di gravidanza farmacologica, avevamo presentato un’interrogazione in cui chiedevamo  di rivedere il regime di  ricovero, previsto in 3 giorni e  trasformarlo  in day hospital come  per l’Ivg chirurgica. Oggi Gallera, rispondendo alla nostra sollecitazione, ha annunciato che,   con la nuova delibera delle regole,  la RU486 potrà essere  somministrata in day hospital.  Il tavolo scientifico  istituito, sull’analisi della letteratura medica raccolta, ha infatti evidenziato  che  l’interruzione farmacologica non  comporta  a breve complicanze  tali da imporre un ricovero lungo, anzi  ha meno conseguenze negative sulla salute e la fertilità della donna”.

Monica Forte, consigliera regionale del M5S Lombardia, ricorda come “nel settembre scorso, con un’interrogazione che avevamo condiviso con il PD, chiedevamo di raggiungere questo obiettivo per rendere il percorso dell’aborto meno traumatico. Con questa decisione la Sanità Lombarda, già sotto accusa per il numero di obiettori che costringono a una sofferta ricerca del medico, fa un passo avanti in laicità e civiltà e soprattutto nel rispetto delle donne e del diritto di scelta”.

“Quella di oggi – conclude Forte - è un’ottima notizia per tutte quelle donne che vivevano l’uso del farmaco abortivo, con un ricovero obbligato di tre giorni, come elemento dissuasivo”.

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