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Mercoledì 05 DICEMBRE 2018
Atenei di Padova e Verona aprono nuove vie per possibili cure contro tumore e celiachia. Zaia: “Orgogliosi dei nostri ricercatori”

A Verona identificata una molecola che ostacola l'efficacia delle terapie per la cura dei tumori e lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, può aprire nuove frontiere nella lotta al cancro. Nel frattempo, a Padova, un team di ricercatori universitari ha scoperto una molecola chimica, l’Ivacaftor, in grado di prevenire e problemi intestinali provocati dalla celiachia. Nel frattempo,

“Ci sono malattie contro le quali non si finisce mai di combattere. Tumori e celiachia sono tra queste e, pur se con caratteristiche molto diverse, condizionano pesantemente la salute e la vita dei malati. Che nello stesso giorno due università venete annuncino di aver fatto importanti passi avanti è motivo di grande orgoglio”. Lo dice il Presidente della Regione, Luca Zaia, alla luce delle notizie che provengono dagli Atenei di Padova e Verona in materia di ricerca scientifica nella lotta al tumore e alla celiachia.

A Padova, un team di ricercatori universitari, guidato dal Dott. Giorgio Cozza del Dipartimento di Medicina Molecolare,  ha scoperto una molecola chimica, l’Ivacaftor, in grado di prevenire e problemi intestinali provocati dalla celiachia.

Nel frattempo, a Verona, un team dell'università scaligera, coordinato dall'immunologo Vincenzo Bronte, docente del dipartimento di Medicina, identificava una molecola che ostacola l'efficacia delle terapie per la cura dei tumori e lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, può aprire nuove frontiere nella lotta al cancro.

“Con queste nuove scoperte – dice Zaia – le Università di Padova e Verona confermano di essere entrambe proiettate nella sanità del terzo millennio, e di costituire grandi punti di riferimento per la medicina non solo veneta, ma nazionale e internazionale. A questi bravi ricercatori – conclude il Governatore – esprimo il mio personale ringraziamento ma, prima di tutto, quello dei tanti malati che, ce lo auguriamo tutti, potranno ricevere nuove cure e benefici dal loro difficile lavoro”.

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