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Giovedì 20 DICEMBRE 2018
Vaccino anti-pneumococco. Saitta: “Basta allarmismi infondati. La Regione Piemonte ha seguito indicazioni Oms e Ministero”

“Tutti gli organi chiamati ad esprimersi in merito alle due tipologie di vaccino - l’Organizzazione mondiale della sanità, il Ministero della Salute, l’Agenzia italiana del farmaco - hanno concluso che non ci sono dati che dimostrino la superiorità di un vaccino rispetto all’altro”. È quanto si legge in una nota della Regione in risposta alle accuse di alcuni consiglieri di opposizione sulla gara per l’acquisto del vaccino anti-pneumococco.

“Abbiamo agito seguendo pienamente le indicazioni dell’Oms e del Ministero della Salute e quindi nell’interesse della sanità regionale e dei piemontesi, come hanno già riconosciuto il Tar del Piemonte e il Consiglio di Stato respingendo tutti i ricorsi presentati dalle case farmaceutiche. È ora di smetterla con queste pericolose strumentalizzazioni, che creano nelle famiglie allarmismi infondati e finiscono per danneggiare il sistema sanitario regionale”.
 
Lo sottolinea l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta in una nota, a proposito delle accuse di alcuni consiglieri di opposizione sulla gara per l’acquisto del vaccino anti-pneumococco.
 
"Tutti gli organi chiamati ad esprimersi in merito alle due tipologie di vaccino - l’Organizzazione mondiale della sanità, il Ministero della Salute, l’Agenzia italiana del farmaco - hanno concluso che non ci sono dati che dimostrino la superiorità di un vaccino rispetto all’altro e che l’efficacia non può essere determinata dal numero di sierotipi contenuti - spiega la nota -. Dunque è piena competenza delle Regioni stabilire i criteri da includere nei bandi di gara per l’approvvigionamento dei vaccini".
 
“È esattamente quello che abbiamo fatto - aggiunge l’assessore Saitta - mettendo a gara i due prodotti e aprendo alla concorrenza la fornitura per il servizio sanitario regionale. È la stessa strada che abbiamo intrapreso in questi anni con i farmaci più utilizzati, senza in alcun modo mettere a rischio la salute dei pazienti, ma al contrario trovando nuove risorse da reinvestire nelle cure”.

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