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15 GENNAIO 2012
Giocare a "Brain Age" per 15 minuti al giono fa lavorare meglio il cervello

Condotta in Giappone e pubblicata su PLoS ONE la ricerca che farà felici gli amanti dei videogame di logica: giocare per un quarto d’ora al giorno per venti giorni migliora la capacità di pianificare e controllare le proprie azioni, nonché la velocità di risposta agli stimoli.

Già da qualche anno esistono videogiochi per consolle portatili che promettono di ringiovanire il cervello tramite l’allenamento in giochi di logica. Ma questi passatempi interattivi aiutano davvero a migliorare alcune funzioni cerebrali? Lo ha verificato uno studio pubblicato sulla rivista PLoS ONE da un gruppo di ricerca dell’Università di Tohoku in Giappone.

Per testare l’ipotesi il team ha reclutato 32 adulti, che sono stati poi inseriti in maniera casuale in due gruppi diversi. Queste persone, che avevano dichiarato di non essere giocatori incalliti di videogames, e anzi di aver usato giochi interattivi per meno di un’ora a settimana nei precedenti due anni. Ad ognuno dei due gruppi è stato imposto di giocare per 15 minuti al giorno per almeno 5 giorni a settimana per un mese (o fino al raggiungimento di venti giorni di gioco totali) ad uno tra due famosi videogames: Tetris e Brain Age, uno dei più famosi giochi di training per il cervello, in cui l’utente deve risolvere esercizi di aritmetica, schemi di sudoku oppure superare prove mnemoniche.

Prima e dopo il periodo di allenamento i partecipanti si sono sottoposti a misurazioni delle loro capacità cognitive, volte a misurare quattro diverse categorie: stato cognitivo globale, funzioni esecutive del cervello, attenzione e velocità di risposta. Alla fine del training tutti i giocatori del gruppo assegnato a Brain Age riportavano valori migliori rispetto a rapidità di ragionamento e nello svolgere le cosiddette funzioni esecutive, ovvero tutte quelle attività del cervello che regolano i processi di pianificazione, controllo e coordinazione delle azioni. In altre parole, i partecipanti non diventavano più intelligenti, ma imparavano a impiegare meno tempo e fare meno errori quando dovevano fare azioni come mettere in ordine gerarchico alcuni oggetti o numeri, oppure risultavano più pronti a rispondere quando si cambiava repentinamente gioco, mostrando di avere un’accresciuta flessibilità nello spostare l’attenzione.
“Il nostro studio – hanno fatto sapere i ricercatori – dimostra che l’uso prolungato di questo tipo di giochi può aumentare alcune capacità cognitive nelle persone adulte o anziane”. A dirla tutta lo scienziato che ha coordinato lo studio, Ryuta Kawashima, è anche il creatore di Brain Age. Ma il ricercatore giura che questo non ha influito nello studio e che anzi chiunque potrebbe riprodurlo e verificarne i risultati. “E si può anche pensare di aumentare i numeri, per avere ulteriori test di efficacia”, ha spiegato. “Anche perché bisognerebbe verificare se questi effetti persistano a lungo termine e soprattutto se abbiano effettiva rilevanza nella vita di tutti i giorni”.

Laura Berardi

 

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