quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 09 GENNAIO 2019
Dirigenti medici e sanitari. Fedirets aderisce a sciopero del 25 gennaio

La Federazione Dirigenti e direttivi Enti Territoriali e Sanità ha deciso di aderire alla giornata di sciopero. “Vogliamo tutelare ruolo e identità di tutta la dirigenza gestionale tecnico amministrativa, che per la delicatezza delle funzioni di cui si occupa (gestione di appalti, personale, lavori, bilancio, servizi pubblici, ecc.), svolge un ruolo fondamentale, anche se sempre meno riconosciuto, per il bene del Paese”.

“Da 10 anni, in spregio alla sentenza del 2015 con la quale la Consulta aveva dichiarato l’incostituzionalità del blocco dei CCNL, la dirigenza di Stato, Enti Locali e Sanità (cioè circa 160.000 dirigenti) sta aspettando un nuovo Contratto di lavoro”. Scrivono così il segretario generale della Federazione Dirigenti e direttivi Enti Territoriali e Sanità, Elisa Petrone, e il segretario generale aggiunto, Mario Sette comunicando l’adesione dell’organizzazione allo sciopero della dirigenza medica e sanitaria del 25 gennaio.
 
“Oltretutto – prosegue la nota - , mentre per le altre Aree sono stati almeno aperti i tavoli negoziali, per l’Area Funzioni Locali nella quale sono confluiti i dirigenti dei ruoli professionale, tecnico e amministrativo del SSN, delle Regioni, degli Enti locali, nonché i segretari comunali e provinciali (cioè circa 15.000 dirigenti), a triennio 2016-2018 ormai bell’e scaduto, non c’è ancora l’Atto di Indirizzo con il quale i datori di lavoro danno formale avvio alle trattative per il rinnovo. E come se non bastasse, il “manovratore”, oltre a prefigurare la prospettiva di un indecente CCNL 2019-2021 con incrementi da 0 virgola, sta facendo di tutto per rinviare ulteriormente la stipula dei CCNL 2016-2018 delle Aree Sanità e Funzioni Locali”.
 
“Nella manovra finanziaria 2019 – sottolineano -  infatti, dal buio del maxiemendamento, è spuntato in extremis il comma 687, che nulla ha di finanziario, con il quale si pretende - addirittura con effetto retroattivo - di decidere chi e come debbano essere composte le aree di contrattazione, disponendo che “la dirigenza amministrativa, tecnico e professionale rimanga nei ruoli del SSN” (dai quali peraltro non era mai uscita!) e ordinando la conseguente revisione del CCNQ 13 luglio 2016, con il quale Aran e Confederazioni sindacali, all’unanimità e dopo anni di trattative, avevano legittimamente definito le aggregazioni delle 4 Aree contrattuali della Dirigenza pubblica per i CCNL 2016-2018. Un’inaccettabile intromissione nelle prerogative che la legge riserva esclusivamente al tavolo sindacale! Una prevaricazione mai vista prima che avrà l’effetto di bloccare sine die le trattative per il rinnovo di un CCNL già scaduto”
 
“Come i dirigenti medici e sanitari del SSN – scrivono - , infatti, anche i dirigenti di Regioni, Enti Locali e tecnico/amministrativi del SSN non possono accettare ulteriori rinvii per la stipula del CCNL 2016/2018. Vogliamo IL NOSTRO Contratto di Lavoro. Vogliamo tutelare ruolo e identità di tutta la dirigenza gestionale tecnico amministrativa, che per la delicatezza delle funzioni di cui si occupa (gestione di appalti, personale, lavori, bilancio, servizi pubblici, ecc.), svolge un ruolo fondamentale, anche se sempre meno riconosciuto, per il bene del Paese. Vogliamo difendere le prerogative del sindacalismo autonomo, essenziale per la difesa del lavoro pubblico. Vogliamo disturbare il manovratore”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA