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Mercoledì 09 GENNAIO 2019
Il richiamo del Papa alla sanità cattolica. Aris: “Le nostre porte sono state, sono e saranno sempre aperte ai più indigenti”

“Le strutture sanitarie cattoliche che afferiscono all’Aris continueranno a dare il proprio contributo a tutela dei sofferenti, dei più deboli, con impegno e dedizione, ma al contempo auspicano, in questo difficile cammino, maggiore attenzione e senso di responsabilità da parte delle Istituzioni”.  Così il presidente, P. Virginio Bebber commentando il messaggio del Papa per la Giornata mondiale del malato.

"Le porte delle strutture associate che si occupano di sanità sono state, sono e saranno sempre aperte nei confronti dei più indigenti. Tutto l’operato di queste istituzioni sanitarie è volto a mettere l’uomo al centro di ogni processo di cura e di ogni interesse scientifico. E’ l’eredità che i santi fondatori hanno lasciato a quanti hanno voluto continuare la loro missione, è l’eredità del Vangelo”. Così il Presidente dell’Aris, P. Virginio Bebber commenta il messaggio del Papa in occasione della Giornata mondiale del malato 2019.
 
"Ma le strutture che sono riunite nell’Aris, e che considerano questi principi come humus su cui si fonda il loro operato, sono inserite a pieno titolo nel Ssn, sin dalla sua istituzione, e quindi si trovano a dover operare in un settore divenuto sempre più complesso. Inoltre anch’esse, al pari del pubblico, sono tenute a fornire garanzie e tutele alle famiglie dei 50mila lavoratori che operano, a diverso titolo, al loro interno. Una presenza che è caratterizzata dal non profit, e dunque chiamata ad affrontare problematiche difficili, specie in campo gestionale, quando i ritardi nei pagamenti da parte delle Regioni mettono in seria difficoltà i centri che ancora operano in questo ambito, o addirittura costringono a chiudere i battenti quelle tra loro che non riescono a far fronte a queste criticità".
 
“Le strutture sanitarie cattoliche che afferiscono all’Aris – conclude Bebber - continueranno a dare il proprio contributo a tutela dei sofferenti, dei più deboli, con impegno e dedizione, ma al contempo auspicano, in questo difficile cammino, maggiore attenzione e senso di responsabilità da parte delle Istituzioni”.  

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