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Mercoledì 09 GENNAIO 2019
Nuovo ospedale di Amatrice. Cittadinanzattiva: “Il vecchio paese non è la sede giusta”

In una lettera inviata al commissario per la ricostruzione Piero Farabollini e al governatore Nicola Zingaretti, l’associazione interviene sul dibattito in merito alla scelta dell’area dove realizzare il nuovo ospedale. “Serve una struttura di riferimento per un territorio interno che copra 4 distinte Regioni (Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo) con il compito di assicurare alcuni servizi ‘attrattivi’ e di prossimità”. Chiesto un incontro “che apra a una progettazione partecipata”.

“Il progetto di ricostruzione dell’ospedale Grifoni di Amatrice si apra alla partecipazione civica, all’innovazione e alla cura del territorio”. È quanto chiede il segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio, Elio Rosati, in una lettera rivolta, tra gli altri, al Commissario straordinario per la ricostruzione Piero Farabollini e al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Nella lettera Rosati condivide le preoccupazioni espresse anche dl Comitato Civico 3.36 (“3.36” è l’ora in cui il terremoto devastò il centro Italia il 24 agosto 2016) sta raccogliendo in merito alla ricostruzione dell’ospedale Grifoni di Amatrice e, in particolare, in merito al dibattito sull’area in cui realizzare la nuova struttura: nel vecchio sito originario, cioè nel paese di Amatrice, o fuori dal paese, in un’area nuova.

“Già nello scorso mese di agosto – spiega Rosati nella lettera - avevamo lanciato un’idea di struttura che servisse un’area vasta, che andasse ben al di là della limitazione regionale, ma che fungesse da struttura di riferimento per un territorio interno che copre 4 distinte Regioni (Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo) con il compito di assicurare alcuni servizi ‘attrattivi’ e di prossimità quali: un Hospice oncologico con 25 posti letto dedicati e relativa attivazione di assistenza domiciliare oncologica, una riabilitazione e servizi adeguati al fabbisogno di una popolazione che deve essere calcolata su un’area vasta più ampia della comunità di riferimento dove si dovrebbe insediare la struttura. A questo, non ci nascondiamo ma assumiamo una decisa posizione, circa l’ubicazione della futura costruzione che dovrebbe, per assolvere a tale compiti, essere disposta sulla Via Salaria o in stretta prossimità con tale arteria di comunicazione al fine di favorire collegamenti più rapidi, certi e facilmente raggiungibili (più facilmente raggiungibili per popolazioni di territori disseminati nelle valli limitrofe)”.

Per il segretario regionale di Cittadinanzattiva “il dove farla è strettamente connessa con il cosa ‘farci’, cosa mettere, quali servizi dovrebbe coprire. E’ altresì evidente che tale idea dovrebbe essere sostenuta da un’azione politica di apertura da parte di tutti i soggetti istituzionali e non”.

La scelta che sembrerebbe privilegiare Amatrice paese, secondo Cittadinanzattiva, “va a rendere nel futuro immediatamente inefficace l’azione di ricostruzione perché le popolazioni afferenti non andrebbero a Amatrice ma si dirigerebbero verso altre strutture. E di questa scelta il primo a pagarne le conseguenze sarebbe proprio il cittadino amatriciano”.

“Si vuole dare sviluppo ad un territorio colpito gravemente come quello di Amatrice?”, domanda Rosati. “Se si vuole si può fare. Per questo che chiedo al Commissario per la ricostruzione, al Presidente della Regione Lazio e al Sindaco di Amatrice di concordare un incontro con il Comitato Civico 3.36, Cittadinanzattiva Lazio, i Sindaci del territorio per una discussione franca che apra a una progettazione partecipata di servizi per le aree interne”.

Per Rosati “una ipotesi di questo tipo potrebbe essere apripista per tutte le nostre aree interne e creare le basi per una via innovativa che coniughi servizi ai cittadini, investimento sul futuro e cura del territorio montano di cui l’Italia è piena e ha estremo bisogno di valorizzazione”.

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