quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 10 GENNAIO 2019
Farmacisti in campo per limitare il sovraffollamento dei pronto soccorso. Succede in Canada

Il problema dei pronto soccorso affollati è universale. Tante le strategie proposte per mitigare questo fenomeno. Dal Canada viene suggerito di utilizzare dei farmacisti appositamente addestrati alla gestione di patologie minori e autorizzati a prescrivere o a rinnovare prescrizioni terapeutiche. Secondo i risultati di uno studio appena pubblicato, queste figure professionali potrebbero gestire almeno un paziente su tre di quelli che accedono al pronto soccorso per problemi non urgenti.

Uno studio dell’università di Waterloo (Canada) suggerisce che incorporare la figura del farmacista nei dipartimenti d’emergenza, potrebbe ridurre in maniera significativa l’affollamento dei pronto soccorso.
 
Secondo gli autori della ricerca, un terzo circa delle visite ‘non urgenti’ erogate presso i dipartimenti di emergenza in Ontario sono per condizioni che potrebbero essere gestite da farmacisti con ‘pratica estesa’, figure professionali già presenti in alcune giurisdizioni canadesi (es. Manitoba).
Si tratta di farmacisti che vengono sottoposti ad un training aggiuntivo, per poter essere autorizzati a prescrivere e gestire la terapia farmacologica del paziente, nei limiti della loro pratica di specialità. I farmacisti con ‘pratica estesa’ devono essere autorizzati dal loro Collegio e lavorare di concerto con altri operatori sanitari.
 
“Il sovraffollamento dei pronto soccorso – afferma il professor Wasem Alsabbagh, della Waterloo School of Pharmacy – è un grave problema che può portare ad un aumento di mortalità e ad un maggior numero di pazienti che se ne vanno senza ricevere un trattamento. I risultati del nostro studio suggeriscono che dovremmo avere un maggior numero di farmacisti ‘expanded scope’ negli ambulatori territoriali o presso i dipartimenti di emergenza. Questo potrebbe contribuire a ridurre il sovraffollamento e a liberare risorse nei dipartimenti d’emergenza da destinare ai pazienti acuti”.
 
Si calcola che un paziente su 5 di quelli che afferiscono al pronto soccorso abbia una patologia non urgente; questo studio è andato dunque ad esaminare quale percentuale di visite non urgenti o inutili potrebbero essere gestite da un farmacista. I ricercatori canadesi hanno analizzato dati dal 2010 al 2017, esaminando tutti i casi accettati nei dipartimenti d’emergenza in Ontario, basandosi sulle scale di triage abituali e valutando quanti di questi potevano essere gestiti da un farmacista ‘expanded scope’.
 
“Il nostro studio – spega Alsabbagh – ha incluso tutti i servizi ‘expanded scope’ in funzione in Canada, nella valutazione dei casi di pronto soccorso che sarebbero potuti essere gestiti da un farmacista nell’arco dei sette anni dello studio, abbiamo rilevato che i farmacisti con ‘expanded scope’ avrebbero potuto gestire quasi 1,5 milioni di casi nell’Ontario.” Esempi di questa casistica di patologie gestibili da un farmacista ‘expanded scope’ sono le patologie cutanee quali dermatiti, la tosse, le otiti, il mal di gola, le sinusiti.
Lo studio è pubblicato sulla rivista Research in Social and Administrative Pharmacy.
 
Nell’ultima decade sono andati aumentando i servizi che i farmacisti possono erogare in Canada, anche se permane una notevole variabilità tra una provincia e l’altra. In quella di Alberta ad esempio, fin dal 2007 i farmacisti hanno la possibilità di prescrivere farmaci  in maniera indipendente, per patologie minori, di rinnovare prescrizioni, di somministrare farmaci per via iniettiva e altro. L’Ontario ha incorporato più lentamente l’expanded scope aggiungendo servizi come rinnovo delle prescrizioni e somministrazione del vaccino antinfluenzale dal 2012. In seguito, dal 2016, è stata autorizzata la somministrazione di altri vaccini.
 
Maria Rita Montebelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA