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Venerdì 18 GENNAIO 2019
Epilessia. Aou di Novara e Kiwanis Monterosa insieme per un progetto di informazione nelle scuole

Il progetto ha come scopo quello di abbattere i pregiudizi e le false credenze che ancora oggi incombono sul malato di epilessia. Sarà interessata la scuola primaria di secondo grado “Bellini”: l’iniziativa si articolerà in più incontri, più un incontro congiunto genitori/insegnanti.

Il servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’azienda ospedaliero-universitaria di Novara, diretto dal dott. Maurizio Viri e il Kiwanis Monterosa Novara, presieduto per l’anno sociale 2018/2019, da Adriana Guaglio, psicologa presso la stessa struttura, promuoveranno, nei mesi di febbraio e marzo, un progetto di informazione/prevenzione sull’epilessia nelle scuole di Novara. A darne notzia una nota aziendale.

Sarà interessata la scuola primaria di secondo grado “Bellini”: l’iniziativa si articolerà in più incontri e coinvolgerà 163 ragazzini delle prime e seconde; 55 ragazzi di Pernate, più un incontro congiunto genitori/insegnanti. Storicamente l’epilessia, nonostante la sua elevata incidenza, è sempre stata una patologia poco compresa, poco conosciuta e accompagnata da paure e pregiudizi.

Per i ragazzi più grandi gli incontri avverranno all’Istituto Professionale Ravizza, dove saranno coinvolte le quarte e le quinte per un totale di 78 ragazzi e anche in questa scuola è stato programmato un incontro congiunto con genitori e insegnanti.

“L’epilessia – spiega la nota - è una delle malattie neurologiche più diffuse, che può comparire a qualsiasi età, con un picco nei primi anni di vita ed in età anziana, che ha come caratteristica di essere associata a tratti psicologici negativi, a personalità disturbate, a comportamenti anomali, addirittura delinquenziali. Questo è un retaggio molto pesante da sopportare per i ragazzi che soffrono di epilessia e diventa quindi fondamentale attivarsi per promuovere una nuova cultura di questa patologia, finalmente scevra da idee preconcette ed errate”.

Il progetto ha come scopo quello di “abbattere i pregiudizi e le false credenze che ancora oggi incombono sul malato di epilessia”. “La malattia – precisa infatti l’azienda -, che di per sé non costituisce un ostacolo alla vita sociale e scolastica, può essere spesso causa di disagio psichico e sociale perché il marchio che l’accompagna può indurre isolamento sociale e può compromettere l’armonica costruzione del senso di identità e dell’immagine di sé. E’ opinione condivisa tra i maggiori esperti di epilessia che la qualità della vita e l’autostima tra i giovani che ne sono affetti può essere ampiamente migliorata lavorando per ridurre l’ansia stessa di essere vittima di un marchio”.

Per l’Aou, quindi, “il progetto di informazione/prevenzione per combattere il pregiudizio si configura già come atto terapeutico; ed è per questo che è stato ritenuto importante iniziare dai ragazzi, dai genitori e dagli insegnanti che più di chiunque altro rappresentano il terreno fertile in cui seminare e fare crescere la conoscenza di una malattia che può essere curata, guardando a chi ne soffre con serenità in tutti i momenti in cui le crisi non ci sono e non spaventandosi quando avvengono”.
 

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