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22 GENNAIO 2012
Cancro. La metformina, farmaco antidiabete, riduce il rischio di tumore

Dal Canada la conferma: il medicinale generico ed economico usato per trattare il diabete di tipo II, potrebbe aiutare l’organismo a prevenire lo sviluppo di neoplasie. Lo studio pubblicato su Cancer Prevention Research, ma serviranno ulteriori conferme.

Come molte delle scoperte scientifiche anche quella che aveva fatto pensare ad un beneficio apportato dalla metformina nella lotta al cancro, era arrivata inaspettata. Nel 2005, alcuni ricercatori scozzesi avevano trovato percentuali particolarmente basse di sviluppo di tumori nei pazienti diabetici che prendevano il farmaco. Quella notizia, oltre a dare grande speranza, non era però mai stata confermata. Fino ad oggi: uno studio condotto dall’Università di Montréal e pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research ha infatti dimostrato che la metformina riduce il tasso di mutazione cellulare, e previene dall’accumulazione di danni al Dna.

Da tempo si sa che sono proprio queste mutazioni a innescare il meccanismo che porta allo sviluppo di neoplasie, ma fino ad oggi nessuno aveva mai dimostrato che il rischio di sviluppare il cancro potesse essere diminuito semplicemente inibendo la possibilità del Dna di alterarsi. E soprattutto nessuno aveva dimostrato che per farlo può essere usata la metformina, un farmaco generico e dal costo contenuto, che viene usato per il trattamento del diabete di tipo II.
Il meccanismo per cui questo succede, sembra, è che il medicinale potenzia la risposta dei linfociti T del sistema immunitario, abbassando la possibilità che si sviluppino carcinomi maligni. “È sorprendente che un farmaco per diabetici così comune e sicuro possa avere tra i suoi effetti quello di ridurre il rischio di cancro”, ha spiegato Michael Pollak, ricercatore della McGill’s University e medico del Jewish General Hospital, che ha collaborato allo studio. “I nostri risultati dimostrano finalmente come sia possibile: la metformina semplicemente diminuisce il tasso di mutazione delle cellule somatiche, aumentando il livello di sicurezza dell’organismo”.

In particolare, spiegano i ricercatori, il meccanismo funziona perché il farmaco riduce i livelli di alcuni tipi di radicali liberi, chiamati ROS (reactive oxygen species). Questi infatti sono agenti danneggianti del Dna, che vengono prodotti nei mitocondri, gli organelli dove le cellule mettono in atto i processi che trasformano i nutrienti in energia. I ricercatori sapevano che la metformina agisse sui mitocondri, ma non conoscevano la sua azione sui radicali liberi. “Abbiamo scoperto che la molecola non agisce come un antiossidante classico”, ha spiegato Gerardo Ferbeyre dell’Università di Montréal. “Il farmaco, infatti, sembra ridurre selettivamente la produzione di ROS solo nei mitocondri presenti nelle cellule che presentano mutazioni oncogeniche”.
“Lo studio apre delle prospettive di ricerca esaltanti”, ha poi concluso Pollak. “Naturalmente ciò non implica che da oggi in poi la metformina sarà usata direttamente per prevenire il cancro. Non sappiamo né se il farmaco nelle dosi normali si accumuli in concentrazioni sufficienti nei tessuti più a rischio, né se l’effetto benefico è confermato su pazienti non diabetici. Ma la possibilità che esista un meccanismo capace di proteggere il Dna dal danno ossidativo e che viene innescato da un farmaco già largamente usato è qualcosa di assolutamente inaspettato. Per confermare la buona notizia serviranno ulteriori studi, su più livelli”.

Laura Berardi

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