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10 FEBBRAIO 2019
Ippocrate è morto e la Medicina non sta molto bene



Gentile Direttore,
i Medici conoscono molto bene il Giuramento di Ippocrate, perchè alla base del Codice di Deontologia ,oltre che essere ritualmente espresso nelle affiliazioni all'Albo degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. Un passo di questo Giuramento dice: "Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte". Il significato è evidente ed quello di ricondurre l'esercizio di una arte (la Medicina) all'unico fine, non solo ideale, di curare gli interessi del malato:storicamente, infatti, la cura e la tutela delle persone, richiede che ci sia quella fiducia indispensabile tra chi è bisognoso e chi cura, consola, chi difende e tutela, non solo nella salute, l'esistenza delle persone.
 
Ne è passato di tempo da Ippocrate ai nostri giorni: altri soggetti si sono fatti avanti per curare le persone.....chi millanta ma seduce senza prove scientifiche (lascio perdere gli esempi)più semplicemente usa il Web (buongiorno Doc. Google!) per dispensare consigli a tutto campo, anche senza competenza.
In questo marasma quotidiano, i veri Medici sono da tempo in difficoltà, sopratutto quelli che operano nel Sistema Sanitario Nazionale.
 
E' agli occhi di tutti la svalorizzazione costante del loro lavoro, la continua demonizzazione degli errori inevitabili e incolpevoli (anche dove non ci sono...), la assoluta indifferenza alle condizioni di lavoro ed ai minimi livelli per garantire un corretto rispetto del Codice Deontologico ( ormai prassi diffusa in quelle organizzazioni improntate alla cosidetta "Qualità", quando in modo aberrante si considera la prevenzione del rischio e la distinzione delle competenze, un mero costo da comprimere o da tagliare).
 
D'altro canto un Contratto di Lavoro del SSN pubblico, scaduto da quasi 10 anni richiederebbe qualcosa di più di un adeguamento economico (peraltro doveroso), ma anche di essere messo in linea con le diverse esigenze di salute che in questi anni si sono maturate.
Quale è invece la realtà: che nelle Aziende del SSN, di regola, salvo locali eccellenze, la Medicina è subordinata alle Amministrazioni (intese come gestione più o meno burocratica di finanziamenti e procedure operative) e di conseguenza l'espressione del principo di Ippocrate diventa sempre più difficile, come diventa sempre più faticoso per i Medici, difenderlo, a pena di conseguenze personali, modernamente descritte come "risk management"... ( se non addirittura più pesanti...).
 
E quindi che dire? Che una Medicina moderna non può identificarsi con una categoria professionale continuamente sotto attacco, mediatico e non solo. Non può identificarsi con una categoria professionale depauperata continuamente del diritto ad una adeguata retribuzione. Non può identificarsi come una categoria professionale soggetta ad aggressioni, solo perchè il sentire diffuso di ciò che è giusto fare per la salute in Medicina è sentenziato da Doctor Google o dai vari Masaniello di turno.
 
Che cosa dire e che cosa penso: solo una generale e trasversale presa di conoscenza della categoria medica e solo il risveglio delle singole coscienze può portare la nostra professione ad un livello di considerazione sociale (rispetto dalla popolazione...) più adeguato e corretto , anche attraverso una rivendicazione contrattuale generale, più attenta al principio Ippocratico che alle esigenze Aziendalistiche della Medicina Amministrata,. In questo senso, personalmente, mi sento di condividere l'invito recentemente espresso dall'ex Presidente dell'Ordine dei Medici di Salerno, che verso una mobilitazione generale di "tutte" le categorie professionali mediche, insieme e contemporaneamente
 
Sono sicuro, veramente,che solo sussulto trasversale e generale di orgoglio della categoria medica , anche attraverso le proprie espressioni contrattuali e mediatiche, ma sempre nello spirito Ippocratico, potrà farci riprendere un ruolo adeguato e primario, nella gestione della salute delle persone che non sia più subordinato a chi della salute ne fa solo una questione politica o di affari.
Dott. Manlio Protano
Vicepresidente FVM
Regione Lombardia

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