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Lunedì 23 GENNAIO 2012
Carceri. Falsi certificati medici per fare uscire boss mafiosi. Orlando chiede chiarimenti

Due medici e un avvocato avrebbero effettuato false diagnosi e terapie per far uscire di carcere alcuni boss detenuti a Reggio Calabria. Il presidente della commissione d'inchiesta sul Ssn chiede chiarimenti al presidente della commissione Antimafia e al presidente della Calabria.

“È compito della Commissione che presiedo acquisire ogni utile elemento di conoscenza e valutazione e, altresì, segnalare a chi di competenza, per eventuale seguito, anomalie che producono effetti negativi sul funzionamento e sui costi del Ssn e che determinano condizioni ambientali, funzionali e organizzative incompatibili con la regolarità di tutela del diritto alla salute”. Così il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando, spiega perché ha scritto al presidente della Commissione parlamentare antimafia Giuseppe Pisanu, chiedendo chiarimenti sull'“uso spregiudicato di diagnosi e terapie al fine di agevolare mafiosi”.

Secondo quanto emerso da intercettazioni ambientali e riportato dalla nota della commissione presieduta da Orlando, nell'ambito dell'operazione Ippocrate, condotta dai Carabinieri del Rose del Comando provinciale di Reggio Calabria, sarebbe infatti emerso che due medici ed un avvocato - arrestati con l'accusa di falsità ideologica commessa nelle vesti di pubblico ufficiale e con l'aggravante delle finalità mafiose - avrebbero prodotto false certificazioni mediche finalizzate a far uscire di carcere boss della ‘ndrangheta detenuti, dando vita a quello che il Gip ha definito come "bacato reticolo di rapporti".

Sul caso Orlando ha anche scritto al presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, sollecitandolo ad inviare alla commissione una relazione sulle eventuali iniziative di competenza intraprese, in particolare su eventuali provvedimenti cautelari o sanzionatori adottati.
 

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