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Giovedì 14 FEBBRAIO 2019
Vaccini. D’Anna (Ordine biologi): “Ritiriamo finanziamento a Corvelva, ma devono essere ascoltate tutte le campane”

L’annuncio del presidente in un’intervista all’Agenzia Dire. “In questo modo poniamo termine alla questione e porteremo allo scoperto le vere motivazioni per cui alcune università stanno sobillando i ragazzi contro altri giovani che dovrebbero sostenere l'esame di Stato per abilitarsi all'esercizio della professione di biologo”.

L'Ordine dei Biologi ha ritirato il finanziamento al Coordinamento veneto per le libertà delle vaccinazioni, conosciuto meglio con l'acronimo di Corvelva e accusato da più parti di essere 'no vax'. Una decisione che vuole mettere fine alle polemiche "strumentali" che sono nate, ha spiegato all'agenzia Dire il presidente Vincenzo D'Anna.
 
Il presidente nell’intervista respinge al mittente le accuse di essere un no vax. “Io sono un uomo di scienza, e come tutti coloro che studiano la scienza so bene qual è la storia dei vaccini, da quello antivaiolo di oltre un secolo fa ai moderni, come quello per l'Hiv preparato con sistemi robotici, un traguardo dopo 20 anni di ricerca senza esito. Ecco, vorrei dire che i vaccini non sono farmaci qualsiasi ma contengono materia vivente e quindi sono additivati con altre sostanze per poterli rendere maggiormente efficaci. Dunque chi vuole nutrire un dubbio sulla composizione dei vaccini lo può fare legittimamente, e questo non perché sia contro i vaccini o ne voglia smentire l'efficacia”.
 
Nello specifico sull’affaire Corvelva evidenzia. "Innanzitutto la notizia è quella che questo finanziamento, anche su invito di Corvelva, lo revochiamo. Per un motivo molto semplice che fa trasparire anche la signorilità che contraddistingue questa associazione composta da genitori, dei quali buona parte ha figli colpiti da eventi avversi e non necessariamente dovuti ai vaccini: loro hanno compreso che tale finanziamento è stato preso a pretesto per scatenare contro di me e contro l'Ordine dei biologi un'infamante campagna per etichettarci come 'no vax' per raggiungere in realtà altri strumentali traguardi. E dunque io li ringrazio e mi accingo a ritirare questo finanziamento che preciso essere di 7mila euro e non di più. In questo modo poniamo termine alla questione e porteremo allo scoperto le vere motivazioni per cui alcune università stanno sobillando i ragazzi contro altri giovani che dovrebbero sostenere l'esame di Stato per abilitarsi all'esercizio della professione di biologo".
 
E sul punto precisa. "E' un gesto che non rende merito ne' alla scienza ne' all'accademia, ma è una palese ritorsione. Certamente si può protestare contro di me e contro l'Ordine se ci fosse traccia di una attività scientifica svolta contro i vaccini. Ma sfido chiunque a trovare un solo gesto o passaggio che io o l'Ordine abbiamo mai fatto contro la copertura vaccinale o contro la legge dell'obbligo. Io sono stato un uomo delle istituzioni e rappresento una istituzione pubblica e dunque non mi sognerei mai di contestare o violare la legge. Posso protestare perché la legge venga cambiata, ma fin quando esiste, ogni buon cittadino ha l'obbligo di doverla rispettare. Questa protesta poi si ritorce contro i legittimi diritti dei giovani che si sono laureati e che non facendo l'esame di Stato non sono abilitati all'esercizio della professione. In questo modo viene meno la funzione di un esercizio garantito dalla Costituzione e credo che ci siano anche dei profili di illegittimità e illegalità".

E poi ritorna sul tema dei vaccini. “I vaccini hanno rappresentato solo il programma di un unico convegno su 30 o 40 che organizziamo nell'arco dell'anno. E l'idea è nata dal fatto che ritengo che i biologi debbano ascoltare tutte le 'campane'. La scienza per sua natura è ricerca e non credere 'apoditticamente' a nulla. Perché ogni verità di oggi può essere confutata domani e se allo scienziato non viene lasciata la libertà di dubitare, di ricercare e non credere alle verità 'rivelate' perché saremmo nell'ambito della religione e non della scienza dove tutto è relativo e tutto è contestabile. Il convegno è stata solo una possibilità che ho offerto ai miei associati di ascoltare i ricercatori indipendenti che poi si chiamano Luc Montagnier, Giulio Tarro e vari docenti che provengono da differenti università di tutto il mondo. Credo che sia un titolo di merito perché nel giorno in cui noi accettassimo il 'bavaglio' non saremmo più uomini di scienza".

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