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Venerdì 15 FEBBRAIO 2019
Regionalismo differenziato. Le proposte sono pronte, manca accordo politico. La prossima settimana vertice Lega-5 Stelle. Stefani: “Chiusa fase tecnica per autonomie Emilia Romagna, Lombardia e Veneto”

Consiglio dei ministri fino a tarda notte ieri a Palazzo Chigi. Come confermato dal ministro per le Autonomie sembrano "chiuse tutte le fasi tecniche della trattativa. Ci sono moltissime materie sulle quali si è trovato l'accordo, ma restano ancora alcuni nodi politici che a breve verranno sciolti". In particolare, per quanto riguarda la sanità, resta in piedi un braccio di ferro con il Ministero della Salute incline a concedere la sola gestione della formazione specialistica, mentre le Regioni chiedono il pieno controllo delle politiche sul personale sanitario. Previsto un vertice politico tra premier e vicepremier in settimana

Riunione del Consiglio dei Ministri fino a tarda notte ieri sul regionalismo differenziato. A fare il punto della situazione, a margine dell'incontro, è stato il ministro per le Autonomie Erika Stefani: "Ho fatto una relazione sul lavoro svolto. È stato fatto un passo enorme, assolutamente storico. Questa sera siamo stati in grado di chiudere tutte le fasi tecniche delle trattative. Ci sono moltissime materie sulle quali si è trovato l'accordo, ma restano ancora alcuni nodi politici che a breve verranno sciolti. Così si potrà fare una proposta definitiva, in particolare nei confronti di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, e al seguito verificare il loro grado di soddisfazione".
 
I testi con le richieste di autonomie sui quali sembra ormai esser stato chiuso il confronto tecnico sono sostanzialmente gli stessi che abbiamo anticipato nei giorni scorsi. Come anticipato da Stefani, restano però ancora aperti diversi nodi politici. Nodi confermati da un vademecum settimanale inviato ai deputati del Movimento 5 stelle, fatto circolare dall'agenzia Dire a poco più di un'ora di distanza dall'inizio del CdM, nel quale vengono riportate diverse possibilit criticità quali: "Non creare cittadini di serie A e di serie B". "Il ruolo del Parlamento è a rischio". "È incostituzionale partire dalle regioni più ricche". "Niente squilibri o regionalizziamo anche il debito". 
 
La prossima settimana, come confermatoci questa mattina dal Ministero della Salute, è in programma un incontro tra il premier Giuseppe Conte, ed i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini proprio per tentare di scigliere questi nodi politici. In ogni caso, dalla Lega questa mattina, come confermatoci da un esponente del Governo, sembra trapelare la volontà di "non forzare la mano".
 
In particolare, per quanto riguarda la sanità, sembrano ormai saltate alcune richieste delle Regioni, come quella su un'autonoma gestione della farmaceutica. Resta in piedi un braccio di ferro con il Ministero della Salute incline a concedere la sola gestione della formazione specialistica, mentre le Regioni chiedono il pieno controllo delle politiche sul personale sanitario.
 
Si attendono novità nei prossimi giorni. A quel punto, come anticipato dal ministro Stefani, a seguito della verifica del grado di soffisfazione delle Regioni interessate sull'accordo raggiunto, ci sarà un confronto parlamentare prima della firma dell'intesa, che successivamente dovrebbe culminare in un disegno di legge. Quest'ultimo, secondo il dettato costituzionale, per passare dovrà ottenere la maggioranza assoluta dei componenti di Camera e Senato. Il confronto con il Parlamento avverrà dunque prima perché, come spiegato ieri sera da Stefani e Salvini, i testi che approderanno a Montecitorio e Palazzo Madama "non saranno emendabili", così come avviene per i Trattati internazionali. Altro tema che desta più di una perplessità in casa M5S. 
 
Giovanni Rodriquez

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