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Venerdì 15 FEBBRAIO 2019
Il mio camice... da bianco, sta diventando grigio



Gentile Direttore,
vorrei esprimere il mio punto di vista di medico precario e vorrei affrontare l’argomento con la massima semplicità, sapendo che sicuramente mi verranno mosse critiche, ma le accetterò confidando nel fatto che saranno costruttive e che mi serviranno a comprendere le cose che ignoro. Si è parlato tanto in questi giorni del limbo formativo e dello scontro sui social tra medici di questa categoria e i giovani medici che stanno facendo il corso di formazione in MMG.
 
Alcuni medici precari si trovano con un bagaglio lavorativo di 12 mesi, altri di anni…ogni anno questi medici si candidano al concorso, ma con esisto spesso sfavorevole: il concorso è un quiz a risposta multipla dove numero di risposte, età anagrafica minore e minore anzianità di laurea creano punteggio utile; l’esperienza lavorativa non viene presa in considerazione.
 
Un giorno, un governo, decide di far fronte a questo problema proponendo una legge, limitata nel tempo, che prenda  in considerazione sia il punteggio del quiz (“conditio sine qua non” è averne ottenuto il superamento) sia l’esperienza lavorativa, e la propone come misura tampone per far fronte alle carenze future dei MMG, alle carenze dei formati nelle continuità assistenziali per limitare il numero dei medici precari e tentare nel tempo, di ridurre il numero dei medici in lista d’attesa (mi riferisco all’emendamento 9.2 del recente Decreto Semplificazioni).
 
Cosa è successo? La legge proposta viene ignorata, ma ne viene approvata un’altra, quale? Quella che prevede che il medico che sta facendo il corso formazione in MMG avrà già il lavoro per il quale si sta formando (la convenzione).
 
Non è chiaro? Al medico che sta lavorando da tanto, è stata negata la possibilità di formarsi per quel lavoro che sta svolgendo, ma al medico che sta facendo la formazione, e che non ha molta esperienza lavorativa, viene dato un lavoro per il quale è previsto l’aver terminato la formazione stessa. Qualcosa non va.
 
Sui social i precari sono stati definiti parassiti e incompetenti…In un altro giornale veniamo considerati sfigati, e in un comunicato di Fimmg Formazione, si definisce la proposta bocciata come, “proposte affrettate…pericolose per tutti i colleghi coinvolti e i cittadini stessi non ci sembrano la strada migliore da percorrere”.
 
Fare formare medici che lavorano da tempo e che curano i cittadini  non mi pareva una strategia così pericolosa per questi ultimi, anzi il contrario, sarebbe stata una garanzia in più al cittadino.
 
Quindi questa proposta avrebbe danneggiato la categoria degli attuali medici in corso di formazione, ecco quale era il nocciolo, del perché era così inaccettabile.
 
Alle Regioni non veniva chiesta nessuna spesa aggiuntiva. I medici in lista d’attesa, piano piano, sarebbero stati formati,  lavorando  in continuità assistenziale (cosa che attualmente stanno facendo anche gli iscritti  al corso mmg), con la certezza di mantenere quel lavoro, certezza venuta a mancare considerando l’applicazione del nuovo ACN approvato il 21.06.2018.
 
Il rischio carenza poteva  essere ridotto ai minimi termini, con la certezza di garantire il servizio al cittadino.
Le continuità assistenziali avrebbero avuto da subito medici formati o in via di formazione, garanzia per il SSN.
 
E ancora, l’attuale corsista non sarebbe mai stato scavalcato dal collega precario ma affiancato da un medico con un bagaglio di esperienza da cui attingere.
 
L’attacco dei corsisti verso i colleghi precari con termini poco eleganti, per il timore di perdere dei privilegi non ha sicuramente risolto la situazione, di fatto è stato concesso  un privilegio in più  ai primi (mi riferisco alla convenzione mentre ci si sta formando), ai secondi, nulla.
 
Se ci sono 2 caramelle e 10 bambini che le vogliono, cosa fanno gli altri 8?  Che le borse vadano aumentate mi pare così ovvio che è futile chiederlo.
 
Dr.ssa Luisa Paruzzo
Un medico precario, con un camice che ahimè, da bianco sta diventando grigio (Alba).
 
 

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