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Mercoledì 20 FEBBRAIO 2019
Medici fiscali Inps. Fnomceo e Sindacati contro emendamento al Decretone: “Rischiano il posto 1.500 professionisti”

Ordine e organizzazioni dei lavoratori denunciano come la proposta emendativa (per ora sospesa) al Decreto su Quota 100 e Reddito di cittadinanza che prevede un concorso, senza alcuna riserva interna, per l’assunzione a tempo indeterminato di 708 unità di personale medico da parte dell’Inps, per le funzioni di medicina fiscale, previdenziale, assistenziale. “Si tratta di un’ingiustizia e di un’incongruità su tutti i fronti e proprio non riusciamo a capire perché questo emendamento venga periodicamente riproposto”.

Ancora proteste dei medici in merito ad un emendamento al Decretone (reddito di cittadinanza e Quota 100) in discussione in commissione Lavoro al Senato sui medici fiscali Inps. La proposta (per ora sospesa) prevede un concorso, senza alcuna riserva interna, per l’assunzione a tempo indeterminato di 708 unità di personale medico da parte dell’Inps, per le funzioni di medicina fiscale, previdenziale, assistenziale. Una proposta non nuova e che era già stato presentato nel corso dei lavori sulla Legge di Bilancio e che già aveva scatenato le proteste dei medici che oggi tornano a tuonare contro il nuovo tentativo
 
“Abbiamo appreso con estremo stupore l’ennesimo tentativo di vanificare gli sforzi fin qui fatti dalle stesse Istituzioni per porre fine allo stato di pre Con l’emendamento n. 13.0.3 presentato dai senatori Romeo, De Vecchis, Pizzol, Simone Bossi in commissione lavoro del Senato si sta cercando nuovamente di porre fine alla categoria dei medici fiscali INPS”. Denunciano in una nota congiunta ANMEFI, Cgil fp medici fiscali, CISL Medici , FIMMG-INPS, SMI Medicina fiscale, SINMEVICO, SNAMI Medicina Fiscale, SUMAI ,UIL-PA - Settore Medici Fiscali INPS.
 
“Si maschera – affermano i sindacati - un sostanziale annullamento del servizio di controllo della malattia con quello che a una sommaria lettura potrebbe sembrare un maldestro tentativo di stabilizzazione solo per alcuni professionisti, con colpevole disinteressamento della maggior parte dei medici fiscali con incarichi trentennali e parte dei medici convenzionati esterni con incarichi decennali. Lo stesso emendamento era stato in ultimo ritirato “solamente” a fine dicembre 2018 con profuse giustificazioni di non aver compreso le reali condizioni della categoria, nonostante i continui tentativi dei sindacati di istruire e rendere note le problematiche che ancora siamo costretti a ribadire”.
 
“Ciò nonostante – rilevano le organizzazioni - , l’emendamento è stato nuovamente “ripescato”, senza che i medici fiscali ne siano neanche preventivamente avvertiti e nonostante le rassicurazioni avute dallo stesso Governo. Ribadiamo pertanto con forza il rigetto di questi continui esasperanti tentativi di eliminare la categoria dei medici fiscali al servizio dello Stato da 30 anni, abrogando leggi emanate a loro tutela e, congiuntamente ai medici convenzionati esterni, critichiamo aspramente questo atteggiamento delle Istituzioni che, confortandoci, ci stringono la mano destra e con la sinistra scrivono e ripropongono emendamenti come questo. Siamo pronti a forti azioni di protesta”.
 
Dello stesso avviso anche la Fnomceo. “Quando, nella Legge di Bilancio – si legge in una nota -, era stato presentato, sotto diverse forme, prima alla Camera e poi al Senato, lo avevano battezzato ‘emendamento killer’, perché avrebbe causato il licenziamento in tronco dei 1250 medici fiscali Inps e dei 1000 medici convenzionati esterni, che svolgono, per l’Istituto di previdenza, prevalentemente funzioni di medicina legale. Ora, sulla falsariga dell’emendamento ‘Catalfo’, presentato, ritirato, riformulato e poi dichiarato inammissibile nell’ambito della Legge di Bilancio, circa due mesi fa, arriva, in Commissione Lavoro al Senato, durante i lavori parlamentari sulla conversione in Legge del DL ‘reddito di cittadinanza e pensioni’, l’’emendamento Romeo’ che ripropone un nuovo durissimo attacco alla medicina Inps e all’intero sistema assistenziale e previdenziale italiano”.

“Proposto, stralciato, riproposto, dichiarato inammissibile, reintrodotto, ritirato, ora ripresentato nella conversione di un Decreto Legge: più che un emendamento killer, lo potremmo definire ‘serial killer’, vista la determinazione con cui qualcuno vuole affossare la Medicina fiscale italiana – ragiona il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei Medici Chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli -. E allora non possiamo non chiederci: cui prodest?”.

“I conti sono presto fatti – spiega Anelli -.  Un concorso per 708 medici, contro i 2250 attualmente ingaggiati a vario titolo dall’Inps, significa almeno tre cose: più di 1500 medici licenziati in tronco, e ridotti praticamente sul lastrico, visto il regime di precariato misto ad incompatibilità con altri incarichi nel quale questi colleghi sono costretti a lavorare da oltre 20 anni; una carenza di personale insormontabile per i Centri Medico-Legali Inps e per tutto il sistema; la cancellazione, di fatto, della medicina fiscale”.

“Ma non basta – continua il presidente Fnomceo -. Le risorse necessarie sarebbero in gran parte stornate da quelle oggi destinate alle visite mediche di controllo d’ufficio per il settore privato e dai contributi dello Stato all’Inps per le funzioni in materia di invalidità civile derivanti dalla nascita del Polo unico. In pratica, sarebbero impropriamente distratte le risorse che la nascita del polo unico ha destinato alla funzione di medicina fiscale applicata al pubblico impiego. E tutto questo in un momento nel quale il Ministero della Funzione pubblica si sta impegnando nella lotta all’assenteismo, a tutela dei lavoratori veramente malati”.

“Si tratta di un’ingiustizia e di un’incongruità su tutti i fronti – conclude Anelli – e proprio non riusciamo a capire perché questo emendamento venga periodicamente riproposto.  A questo punto, non basta che l’emendamento Romeo sia dichiarato inammissibile, serve la garanzia che il Governo si attivi per aprire un Tavolo sulla Medicina Fiscale e che respinga ogni ulteriore tentativo volto a ledere i diritti di tutti i cittadini che traggono beneficio dal sistema previdenziale italiano”.

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