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Lunedì 25 FEBBRAIO 2019
Rocco Siffredi: “L’Hiv fa ancora paura. Negarlo non ha senso”



Gentile Direttore,
ho letto la lettera pubblicata il 23 febbraio riguardo alla prevenzione nel porno e dove sono citato da Margherita Errico.  Avrei piacere di poter rispondere alle conclusioni molto affrettate, forse più di natura pregiudiziale nei miei confronti o comunque politiche più che scientifiche, che trovo nella lettera e vorrei invitare la signora Errico a riascoltare il podcast del mio intervento su Radio 24 a ‘la zanzara’.
 
È molto chiaro quello che dico a proposito del test Dna non accessibile facilmente nei laboratori da noi utilizzati e non ha mai detto la parola impossibile, lo stesso vale per la sifilide, mai detto che c’è stato un aumento negli ultimi anni dovuto sicuramente agli immigrati, o utilizzato la parola ‘potrebbe’, lo stesso a proposito della positività dei transessuali, forse la parola scientifica fa più “acculturata”, ma a me non serve la scienza ma solamente verificare i test durante i cast prima dei film, e la media è purtroppo molto, molto alta per malattie come HIV e sifilide nei trans.
 
Concludo e capisco che il messaggio della signora è che la vita sia la cosa più importante e che la speranza è l’ultima a morire e con questo non ho mai detto che il mio collega Nacho è morto ma purtroppo le assicuro che nel nostro settore nessuno vorrà mai più avere rapporti con Nacho, anche se si potesse realmente azzerare il virus attraverso una cura come affermato dalla signora Errico.
 
Certo sarebbe fantastico, ma qui mi fermo perché non mi sembra che sia molto pubblicizzato nei media l’affermazione della suddetta signora Errico, perché se in realtà non fosse proprio così, dare queste informazioni in giro potrebbe definitivamente creare un presupposto per tutti a pensare che il virus HIV sia stato finalmente debellato e a fare molto peggio di quello che già si fa in giro, anche perché di tutte le malattie che si possono contrarre l’unica che fa paura è proprio l’HIV!
 
Mi creda sono in prima linea.
 
Grazie
 
Rocco Siffredi

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