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Lunedì 25 FEBBRAIO 2019
Vaccini obbligatori fino a 14 anni per l’accesso a scuola. Regione Lazio annuncia legge regionale

Sarà presentata in settimana ed estenderà alle scuole elementari e medie l’obbligo introdotto dalla Legge Lorenzin solo per le scuole dell’infanzia (0-6 anni). L’iniziativa dopo il caso del bimbo di 8 anni che combatte contro la leucemia e non può tornare in classe perché ci sono cinque alunni non vaccinati, due dei quali non sarebbero vaccinati per scelta di genitori no vax.

“Chi non si vaccina non può andare a scuola. Presenteremo già in settimana un disegno di legge regionale per estendere l'obbligatorietà vaccinale anche alle elementari e alle medie, coprendo così tutti gli anni della scuola dell'obbligo”. È l’annuncio fatto al Messaggero dall'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, dopo il caso del bimbo di 8 anni che colpito da leucemia che, dopo essersi sottoposto alle cure, non può comunque tornare a scuola perché nella sua classe ci sono 5 bambini non vaccinati e per lui, immunodepresso, è troppo rischioso entrare in contatto con chi potrebbe contrarre malattie come il morbillo o la varicella e contagiarlo.

La Regione Lazio ha quindi deciso di schierarsi non solo da parte di questo bambino, ma di tutti quei bambini che in futuro dovessero trovarsi nella stessa situazione, introducendo il divieto di accesso alle scuole elementari e medie per tutti i non vaccinati. Attualmente l’obbligo di vaccinazione per l’accesso a scuola è infatti limitato alle classi dell’infanzia, dunque alla fascia di età 0-6 anni.

“Nel Lazio – ha spiegato D’Amato - i dati sulle vaccinazioni sono molto alti, il 97% dei bambini in età scolastica è coperto dai vaccini, Esiste però una minoranza ma come tale non può prevalere su una maggioranza”.

Intanto all’Istituto di via Bobbio dove è iscritto il bambino che ha fatto scattare l’iniziativa della Regione, i medici dell'Asl Rm2 prenderanno contatti con le famiglie dei bambini ancora non vaccinati per cercare di convincerli a vaccinare i propri figli permettendo così anche al compagno di classe immunodepresso di tornare a scuola.

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