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Mercoledì 13 MARZO 2019
Antibiotico-resistenza. Oltre 10mila decessi ogni anno, Italia prima in Europa

Il dato emerge da un'indagine che sarà presentata domani a Milano in apertura del VII congresso internazionale AMIT- Argomenti di Malattie Infettive e Tropicali. “Qualunque tipo di infezione, dalle più banali come semplici infezioni cutanee o urinarie, a infezioni gravi, quali polmoniti e sepsi, può essere causato da batteri antibiotico-resistenti. Sembra un paradosso, ma anche una persona che non abbia mai assunto antibiotici corre il rischio di avere un’infezione da batteri resistenti”. Così il presidente del congresso Marco Tinelli. 

Il problema delle patologie da batteri multi resistenti è sempre più attuale e tutte le istituzioni internazionali (Who, Ocse, Cdc, Ecdc) hanno sviluppato algoritmi e linee guida di gestione. I numeri sono sconvolgenti. I report delle più importanti agenzie sanitarie internazionali (Organizzazione Mondiale della Sanità, Centro europeo per il Controllo delle Malattie Infettive, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, etc.) riportano come queste resistenze determinano aumenti molto importanti nei decessi dovuti ad infezioni batteriche.
 
Il tema sarà al centro del VII Congresso internazionale AMIT-Argomenti di Malattie Infettive e Tropicali che si apre domani a Milano.
 
Gli organizzatori ricordano i dati rilasciati a gennaio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che evidenziano come 500mila persone abbiano avuto infezioni causate da batteri che hanno sviluppato una antibiotico-resistenza. “Attualmente – spiegano Marco Tinelli, Presidente del Congresso Amit e Massimo Galli, rispettivamente componente del Consiglio Nazionale e Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) - qualunque tipo di infezione, dalle più banali come semplici infezioni cutanee o urinarie, a infezioni gravi, quali polmoniti e sepsi, può essere causato da batteri antibiotico-resistenti. Sembra un paradosso, ma anche una persona che non ha mai preso antibiotici corre il rischio di avere un’infezione da batteri resistenti, soprattutto se si trova in ospedale o nelle altre strutture di assistenza sanitaria. I batteri non conoscono frontiere e le stesse resistenze che si trovano in Europa o negli Stati Uniti si possono evidenziare in villaggi sperduti in Africa ed in America Latina come anche il report dell’Oms dimostra chiaramente”.
 
Nei Paesi dell’Unione Europea sono verificati 671.689 casi di infezioni antibiotico-resistenti, a cui sono attribuibili 33.110 decessi soprattutto nei bambini nei primi mesi di vita e negli anziani. In Italia, le infezioni colpiscono dal 5% all’8% dei pazienti ricoverati, soprattutto quelli assistiti nei reparti di area critica. In questo scenario emerge drammaticamente che l’Italia detiene il triste primato di un terzo di tutti i decessi (pari a 10mila morti) correlati all’antibiotico resistenza rispetto al resto d’Europa, secondo quanto emerge da un'indagine che sarà presentato domani in apertura del Congresso di Milano.
 
Le cause dell’antibiotico-resistenza
Tra le cause principali dell’antibiotico-resistenza vi è sicuramente la scarsa tendenza a lavarsi frequentemente le mani. Questa è particolarmente rilevante in Italia, dove l’uso delle soluzioni alcoliche usate come detergenti risulta essere tra i più bassi nella Unione Europea secondo un report dell’Ecdc. Vi è poi la non oculata ed inappropriata gestione degli antibiotici negli animali da allevamento e nel territorio per la prevenzione delle infezioni: il rischio di induzione di resistenze non si esaurisce solo a tale livello, ma coinvolge anche la salute umana (le deiezioni degli animali contengono batteri ad alta resistenza che si diffondono nei terreni circostanti gli allevamenti stessi, nelle acque di scolo e quindi nei fiumi e laghi).
 
Inoltre - sottolinea ancora  i promotori del Congresso - l’antibiotico-resistenza è dovuta al trasferimento genico delle resistenze da un battere all’altro e l’esagerato turn-over dei pazienti nelle strutture sanitarie (ospedali, Rsa) dovuto ad una cronica mancanza di posti letto.

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