quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 30 GENNAIO 2012
Anticoncezionali. Dagli ultrasuoni un nuovo metodo per l'uomo

Arriva dagli Stati Uniti e potrebbe diventare il nuovo metodo per evitare le gravidanze. Si basa sull’uso di onde sonore non percepibili dall’orecchio umano. Basterebbero due dosi di ultrasuoni ai testicoli per ridurre le cellule germinali.

Economico, sicuro e reversibile. Ecco come potrebbe essere il futuro della contraccezione maschile: per ridurre la conta degli spermatozoi al di sotto della soglia di fertilità, secondo uno studio condotto dai ricercatori della University of North Carolina School of Medicine, basterebbero due dosi di ultrasuoni ai testicoli. La ricerca era partita a maggio del 2010, ma solo oggi arrivano i primi risultati: il metodo è stato testato sui topi, nei quali riduce la conta degli spermatozoi al di sotto della soglia che per gli esseri umani sarebbe di subfertilità. I risultati sono stati pubblicati in uno studio apparso sulla rivista Reproductive Biology and Endocrinology.

Secondo questi scienziati, infatti, gli ultrasuoni – che non sono altro che onde sonore con frequenze troppo alte per essere udibili dall’orecchio umano – sarebbero un buon candidato per lo sviluppo di un nuovo metodo anticoncezionale per gli uomini. Perché questo avvenga, però, ci sarà bisogno di ulteriori test che ne verifichino durata e reversibilità, nonché la sicurezza nel caso il trattamento debba essere ripetuto.
Per ora il team di ricercatori ha infatti dimostrato soltanto che mandando ultrasuoni ad alta frequenza (3 megahertz) verso i testicoli di alcuni topi da laboratorio, si osserva in questi una riduzione uniforme del numero di cellule germinali. Il risultato è visibile già a seguito di due sessioni da 15 minuti, effettuate a due giorni di distanza l’una dall’altra. Come mezzo di conduzione delle onde sonore è stata usata della semplice acqua salata, riscaldata a temperatura corporea (37°C). I ricercatori hanno verificato che il procedimento non danneggia i tessuti dei testicoli.

Con questo metodo i ricercatori sono riusciti a ridurre la conta degli spermatozoi ben al di sotto della soglia di oligospermia, ovvero la bassa concentrazione definita come 15 milioni di spermatozoi per millilitro. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità questa soglia definisce la subfertilità, e al di sotto di essa la procreazione per gli uomini è difficile, se non impossibile. “Al contrario degli uomini, i topi rimangono fertili anche con una conta di spermatozoi molto bassa”, ha spiegato James Tsuruta, dell’Università della North Carolina. “Il nostro metodo nei topi ha ridotto questa quantità fino a valori che negli uomini sarebbero associati all’infertilità. In particolare i valori normali del numero di spermatozoi, ovvero quelli che troviamo nel 95% degli uomini fertili, superano i 39 milioni per millilitro.”
I ricercatori, che hanno ottenuto una sovvenzione dalla Bill & Melinda Gates Foundation, la più grande organizzazione filantropica del mondo attiva nella ricerca medica, avranno però bisogno di ulteriori studi prima di poter usare il metodo sugli esseri umani. “Dobbiamo ancora capire quanto a lungo duri l’effetto contraccettivo e se è possibile usarlo più volte”, ha continuato Tsuruta. “E soprattutto essere sicuri che non ci sia alcun danno per gli spermatozoi, una volta che la conta risale”.

Laura Berardi

© RIPRODUZIONE RISERVATA