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Venerdì 22 MARZO 2019
La posizione della Rete Sostenibilità e Salute sulla “gravissima crisi della Cochrane”

“L'inaudita espulsione di Peter Gøtzsche dal governing board della Cochrane avvenuta a settembre del 2018 è segno della mancanza di un dibattito scientifico aperto su qualità e affidabilità delle revisioni sistematiche e della tolleranza di conflitti d'interesse con l'industria biomedica. La RSS unisce la propria voce a quella di chi, alla luce dei dati resi pubblici, chiede il reintegro nel Board di Gøtzsche e dei membri dimissionari”.

"Peter Gøtzsche è un ricercatore danese dal carattere inflessibile, che nel settembre scorso è stato vittima di un evento inaudito, l’espulsione dal Governing Board (Consiglio d’amministrazione/direttivo) della Cochrane Collaboration, con 6 voti a favore, 5 contrari (4 membri in seguito si sono dimessi per protesta) e 1 astenuto, senza che lui stesso potesse votare". È quanto si legge in una nota della Rete Sostenibilità e Salute, un insieme di associazioni che da anni si impegnano in maniera critica per proteggere, promuovere e tutelare la salute.
 
"Gøtzsche era Di­rettore del Nordic Cochrane Center e co-fondatore nel 1993 della Cochra­ne Collaboration (il termine “Collaboration” è stato rimosso da alcuni anni) - prosegue la nota - , nonché membro del Cochrane Gover­ning Board da gennaio 2017, con il massimo dei voti tra gli 11 candidati. Il suo lavoro, improntato a indipendenza e trasparenza, ha raccolto e analizzato i risultati de­gli studi clinici, per fornire informazioni solide e affidabili, utili per prendere decisioni su interventi medici, farmaci, vaccini, screening".
 
"Ha una prestigiosa attività scientifica - aggiunge la nota - e le sue pubblicazioni, tra le più consultate, 'hanno svolto un ruolo fondamentale a favore della trasparenza dei dati clini­ci, della priorità dei bisogni di salute pubblica e della difesa della rigorosa ricerca medica indipendente dai conflitti di interesse', come scrivono, nella lettera al Ministro della Salute danese, oltre 10.000 persone, inclusi emeriti studiosi del calibro di Iain Chal­mers e Fiona Godlee, direttrice editoriale del BMJ, per chiedere che non sia anche licenziato dal suo lavoro presso l’ospedale di Copenaghen (purtroppo, però, è stato spinto a dimettersi)".
 
Perché sei membri del Governing Board della Cochrane lo hanno espulso, accusandolo di “bad behavior/cattivo comportamento”? "Già nel 2001 - spiega la nota - Gøtzsche aveva mosso critiche agli screening mammografici, sottolineando i rischi di so­vradiagnosi e ridimensionando le aspettative sulla mam­mografia per ridurre la mortalità da cancro mammario".
 
"I suoi libri 'Medicine letali e crimine organizzato: come Big Pharma ha corrotto la sanità', del 2013, e 'Psichiatria leta­le e negazione organizzata', del 2015, tradotti in più lingue, so­no stati pubblicamente criticati dalla Cochrane. Infine - aggiunge la nota - l’articolo pubblicato sul BMJ-Evidence-Based Medicine a luglio 2018, insieme a Lars Jørgensen e Tom Jefferson, che ha messo in dubbio i risultati di sicurezza del vaccino antipapilloma virus (HPV), pubblicati in maggio da un altro grup­po Cochrane, ritenendo quella revisione incompleta, perché aveva escluso studi eleggibili, usa­to esiti surrogati, non considerato importanti errori sistematici, sottoriportato eventi avversi (la Newsletter NoGrazie 63 di ottobre 2018 riporta ampiamente i punti del dibattito che ne è seguito, e consente a chi vuole di capire da che parte stiano le prove)".
 
"Quando il giornalista Mark Wilson, diventato CEO del­la Cochrane - spiegano le associazioni -, ha impresso un’impronta più commerciale all’organiz­zazione, Gøtzsche ha accentuato l’opposizione, denunciando che la Cochrane starebbe de­viando dai principi originari, con nuovi vertici sem­pre più conniventi con gli interessi economici che ruotano intorno alla sanità".
 
"Le nostre strategie di ‘brand’ e di ‘prodotto’ stanno assu­mendo priorità sui risultati scientifici indipendenti, etici e social­mente responsabili - ha scritto Gøtzsche nella sua protesta dopo l’espulsione dal Governing Board -, ... ci siamo dovuti confrontare con tentativi di censura scientifica, invece che con la promozione di un dibattito scientifico pluralistico e basato su revisioni Cochrane attendibili su benefici e pericoli di interventi sanitari".
 
"Il Board - prosegue la nota - invece, ha accusato Gøtzsche di avere usato il nome della Cochrane per promuovere le sue idee forte­mente critiche verso l’industria farmaceutica, in violazione della politica dell’organizzazione, scrivendo in una lettera con inte­stazione Cochrane una critica all’Agenzia europea del farmaco (Ema), per un’insufficiente valutazione e informazione sui possibili effetti nocivi del vac­cino anti HPV, e testimoniando tra l’altro in un procedimento giudiziario senza chiarire che esprimeva il suo punto di vista e non quello della Cochrane".
 
"Gøtzsche ha però scritto - specifica la nota -: 'La mia non è una questione personale. È un problema fortemente politi­co, scientifico e morale sul futuro della Cochrane... Come molti sanno, gran parte del mio lavoro non è a favore degli interessi eco­nomici dell’industria farmaceutica. Per questo, la Cochrane ha subito pressioni, critiche e lamentele. La mia espulsione è uno dei risultati di queste campagne. È in pericolo la capacità di produrre prove mediche credibili e affidabili".
 
"Dal 2014 è cambiata la politica della Cochrane sui conflitti di interesse e si è anche consentito a ricercatori con legami con industrie biomediche di revisionare studi su prodotti delle stesse, pur­ché non siano la maggioranza nel team di revisione e purché il coordinatore del team non abbia avuto tali relazioni finanziarie negli ultimi tre anni. Concordiamo con Gøtzsche - affermano le associazioni - che tali garanzie non siano affatto adeguate. Gli attuali leader della Cochrane non hanno dato spiegazioni, prove o documentazione a sostegno del 'cattivo comportamento' di Gøtzsche, e sino a poco fa i dettagli dell’espulsione sono rimasti opachi, con totale assenza di trasparenza".
 
"Il libro di Gøtzsche 'Death of a whistleblower and Cochrane's moral collapse' - prosegue la nota - ha alzato il velo su questo mistero. Le registrazioni trapelate della riunione segreta mostrano l'intolleranza del Board, che ha espulso un suo membro basandosi su vaghe accuse. Il processo anti-democratico, in cui non si è esibita alcuna prova, getta grande preoccupazione sul futuro della Cochrane, che ha vissuto di trasparenza. Espellere chi esprime dissenso scientifico, emettere proclami non supportati da prove, diffamare, infrangono principi fondamentali della Cochrane. Si sono aggiunte pubbliche minacce da parte del direttivo 'Tolleranza zero verso cattivi comportamenti', che rischiano di essere percepite come 'Tolleranza zero verso opinioni (scientifiche) differenti' (vedi petizione)".
 
"Ci sembra che la risposta sul BMJ del direttore editoriale Cochrane Tovey, che nega ogni problema ('la Cochrane è fiorente', aumentano le adesioni, le revisioni, il fatturato...) sia una grave conferma dell’abbandono della mission originaria. Anche chi dissentisse dal pensiero di Gotzsche - aggiungono le associazioni - può comprendere che le implicazioni vanno ben oltre la sua persona. Le revisioni Cochrane sono fra le più importanti risorse di cui disponiamo per implementare politiche sanitarie, formulare linee guida, scegliere interventi appropriati".
 
"Se la Cochrane perde la propria credibilità e l'integrità scientifica è compromessa, la distorsione nelle politiche sanitarie può essere grave".
 
"Prendiamo posizione con fermezza - spiega la nota - rispetto a chi vuole che si parli con una sola voce, reprime un dibattito scientifico aperto su qualità e affidabilità delle revisioni, enfatizza il brand, il business, il prodotto più che la scienza; e tollera conflitti di interesse con l'industria biomedica. Vogliamo siano preservati i valori originari della Cochrane: dibattiti scientifici liberi, nessun conflitto di interesse tra i revisori e le aziende di cui si valuta il prodotto, apertura, trasparenza, democrazia e cooperazione".
 
"Pensiamo che non si possa tacere - conclude la nota -. La RSS unisce la propria voce a quella di chi, alla luce dei dati resi pubblici, chiede il reintegro nel Board di Gotzsche e dei membri dimissionari, e una maggior democrazia interna e una nuova e seria politica sui conflitti di interesse".

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