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Mercoledì 01 FEBBRAIO 2012
Cosenza. Truffe ai danni del Ssn. Denunciate 16 persone, tra cui 6 medici e 2 falsi fisioterapisti

Rimborsi falsati, terapie erogate in assenza di requisiti, persone ricoverate non per ricevere cure ma per stare accanto a un familiare ricoverato e prestazioni di fisioterapia svolte da personale non abilitato. Lo hanno scoperto i Nas di Cosenza in 4 case di cura.

I controlli effettuati presso le strutture sanitarie private accreditate che forniscono prestazioni in regime di convenzione con il Ssn hanno permesso ai Nas di Cosenza di scoprire una serie di truffe a danno dello Stato da parte di 4 case di cura con sede in 3 Comuni della costa tirrenica. In totale sono 16 le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Paola (CS): i legali rappresentanti ed i direttori sanitari delle 4 case di cura, 6 medici operanti presso il pronto soccorso di una delle strutture sanitarie, reputati responsabili di truffa ai danni del Ssn, e altre 2 persone con l’accusa di aver esercitato abusivamente la professione sanitaria di fisioterapista.

Nelle quattro case di cura, spiega infatti una nota dei Nas, venivano effettuate le seguenti irregolarità:

- prestazioni diagnostiche rimborsate nonostante non fossero previste nella convezione stipulata tra il Ssn e la struttura, dove sono stati inoltre individuati soggetti che svolgevano attività medica di “fisioterapia” nonostante fossero privi di idoneo titolo professionale;

- interventi odontoiatrici eseguiti presso un centro dentistico in regime di day-hospital, registrati e rimborsati come ricoveri ordinari della durata di più giorni;

- terapie per il trattamento di patologie urinarie (litotrissia) e per la cura dell’infertilità nella coppia, erogate sebbene la struttura non riunisse i requisiti strutturali ed organizzativi previsti dalla normativa;

- registrazione, da parte di una casa di cura, di numerosi ricoveri effettuati “in urgenza” che, dagli accertamenti eseguiti dai Carabinieri del Nucleo cosentino, sono risultati ordinarie e programmate prestazioni ambulatoriali. “L’indagine – prosegue la nota dei Nas - ha inoltre fatto emergere che tali ricoveri hanno spesso riguardato interi nuclei familiari di origine lucana e siciliana i cui componenti, di fronte alle domande poste dai militari operanti, hanno ammesso che le 'degenze', lungi dal rivestire un carattere di urgenza sanitaria, erano in realtà state pianificate solo al fine di fornire assistenza ad un congiunto ricoverato”.

Nel corso delle indagini i Carabinieri hanno acquisito numerose cartelle cliniche di pazienti, verificando sia gli aspetti legati agli esami eseguiti in regime di ricovero che quelli connessi alla conformità delle prestazioni effettuate. Sono in corso ulteriori accertamenti per quantificare il danno provocato all’erario.

 

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