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Lunedì 01 APRILE 2019
Pediatri. Rinaldo Missaglia confermato segretario nazionale

Il segretario: “Ormai da tempo, i pediatri di famiglia si stanno facendo carico in modo autonomo e responsabile di problematiche di carenza sanitaria per limitare danni che possono derivare da ritardi nella riorganizzazione delle cure pediatriche che risalgono ormai a una quindicina d’anni”.

Si è concluso nel weekend il 7° Congresso Nazionale, al termine del quale è stato nominato, per la prima volta per via telematica, il nuovo Consiglio Nazionale Simpef – Sindacato Medici Pediatri di Famiglia. Confermato Rinaldo Missaglia come Segretario Nazionale e nominati rappresentanti delle sezioni di Lazio, Campania, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Lombardia, Toscana e Puglia all’interno della Segreteria Nazionale, per meglio dar voce alle diverse realtà del sindacato. È stata, inoltre, annunciata l’intenzione di fondare nel breve termine nuove sezioni regionali in Piemonte, Liguria, Emila Romagna, Marche e Sardegna.
 
“Il rinnovato apparato sindacale – spiega Rinaldo Missaglia, Segretario Nazionale Simpef – si è dato l’impegno di sollecitare le Istituzioni preposte all’organizzazione dei sistemi sanitari alla finalizzazione dei loro doveri di programmare una Sanità che da troppo tempo non è più in grado di individuare e risolvere annosi problemi, dimostrandosi incapace di stare al passo nell’intercettazione dei nuovi problemi emergenti in sanità. Ormai da tempo, i pediatri di famiglia si stanno facendo carico in modo autonomo e responsabile di problematiche di carenza sanitaria per limitare danni che possono derivare da ritardi nella riorganizzazione delle cure pediatriche che risalgono ormai a una quindicina d’anni”.
 
Questi problemi sono sempre più evidenti nell’assistenza sanitaria e sociosanitaria in età pediatrica, in particolar modo in quella fascia di età tra adolescenza ed età adulta che sembra soffrire di una quasi completa disattenzione dell’impegno programmatorio da parte dei decisori politico-amministrativi. “La Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, che peraltro quest’anno festeggia i 30 anni, indica come fanciullo ogni essere umano avente un’età inferiore a diciotto anni. I pediatri di famiglia sono sempre più consapevoli di come il mondo dell’assistenza pediatrica stia rischiando di perdere la capacità di intercettare i bisogni sociosanitari di questa particolare fascia di età e, per questo, occorre affinare gli strumenti che, per come corre l’evoluzione dei comportamenti dei ragazzi dovrebbero comportare un altrettanto continuo aggiornamento”, continua.
 
“Sollecitiamo le Istituzioni a riconoscere che in Italia non esiste solo il problema delle cronicità e dell’assistenza all’anziano, seppur molto gravosi, ma è indispensabile anche una rinnovata attenzione alle necessità assistenziali dell’età pediatrica per poter affrontare e quindi interrompere il perdurare di problemi prima che possano diventare un’emergenza sociosanitaria”, conclude il Segretario Nazionale.

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