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Venerdì 12 APRILE 2019
Camposampiero. Cinque disabili vanno a vivere insieme in una casa attrezzata per la vita autonoma

Inaugurato oggi l’appartamento frutto del lavoro della “Rete Comunità accogliente” dell’Alta Padovana, che unisce 29 enti del territorio e che ha il suo braccio operativo nella Cooperativa sociale Nuova Vita. La casa è stata pensata per accogliere e accompagnare persone disabili quando i genitori o i familiari invecchiano o non sono più in grado di prendersi cura di loro.

Una moderna e luminosa palazzina di via Valeri, nel nuovo quartiere a ridosso del centro storico di Camposampiero, ospita un appartamento speciale: una ‘famiglia’ composta da cinque persone con disabilità che condividono non solo un tetto, ma un progetto di vita autonoma e indipendente. La struttura è stata inaugurata con una festa informale, alla presenza dell’assessore regionale alla sanità e al sociale.

Il nuovo appartamento, il primo del Camposampierese per il ‘Dopo di noi’, è stato pensato per accogliere e accompagnare persone disabili quando i genitori o i familiari invecchiano o non sono più in grado di prendersi cura di loro: è un progetto della “Rete Comunità accogliente” dell’Alta Padovana che unisce 29 enti del territorio e che ha il suo braccio operativo nella Cooperativa sociale Nuova Vita.

“Quella che inauguriamo oggi è la risposta ad un bisogno cresciuto con le persone e le famiglie che frequentano i nostri servizi”, ha ricordato in una nota Armando Mattesco, presidente della Cooperativa sociale Nuova Vita.  “In questo appartamento – ha proseguito Mattesco - c’è un territorio, l’Alta padovana, che ha saputo farsi “Rete Comunità Accogliente”, e creare, a sostegno del progetto “Dopo di noi”, un’alleanza composta da 29 enti provenienti dai mondi della cooperazione, del lavoro, della cultura, dello sport e dell’associazionismo”.

Apprezzamento e sostegno per l’iniziativa è stato espresso dall’assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin. “Si tratta di una proposta - ha ricordando - che le famiglie ci chiedono e che stiamo monitorando con molta attenzione, perché legata a una semi-residenzialità più leggera, sperimentale, che esce dagli standard tradizionali. Rappresenta un modo nuovo di concepire la disabilità e offre una sempre maggiore vita indipendente. In altri termini, mette al centro la persona”.

“La legge 112/2016 del “Dopo di noi” - ha proseguito - è una scommessa che abbiamo sostenuto nell’ultimo biennio con uno stanziamento di dieci milioni di euro, e che nel bilancio 2019 prevede una ulteriore impegno per circa 3,8-3,9 milioni”.

“Si tratta comunque di una legge - ha concluso l’assessore - che presenta delle rigidità che vanno corrette. Il ministro Fontana ne è informato e ci stiamo confrontando anche con i tecnici per introdurre elementi di flessibilità. Nel contempo va affrontato anche il tema del “durante”, e non solo del “dopo di noi”, partendo da un percorso di accompagnamento con le famiglie”.

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