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Venerdì 03 MAGGIO 2019
Inaugurata a Chiuppano la nuova Medicina integrata, Distretto 2 dell’Ulss 7 “territorio guida”

Il nuovo punto di erogazione di servizi sanitari al territorio è il frutto della collaborazione con i comuni Chiuppano, Caltrano, Carrè e Cogollo del Cengio e i Medici di medicina generale. Creata una rete efficace con 10 strutture. Lanzarin. “Un territorio benchmark, dove si è lavorato intensamente all’integrazione ospedale territorio”

Taglio del nastro della nuova Medicina integrata a Chiuppano, in provincia di Vicenza, nella quale opereranno sette medici per un totale di 8 mila pazienti assistiti, residenti nei Comuni di Chiuppano, Caltrano, Carrè e Cogollo del Cengio.
 
Il nuovo punto di erogazione di servizi sanitari al territorio - inaugurato dall’Assessore alla sanità Manuela Lanzarin affiancata dal Dg dell’Ulss 7 PedemontanaBortolo Simoni e da vari Sindaci dell’area - è stato reso possibile dalla collaborazione tra il Comune, che è proprietario dello stabile e ha finanziato i lavori di ristrutturazione, e i Medici di medicina generale, che si faranno carico delle spese di gestione e del canone d’affitto, mettendo anche a disposizione un’infermiera per le piccole urgenze e medicazioni, nonché la presa in carico dei pazienti cronici per i controlli e le attività di routine, evitando loro di doversi recare in ospedale.
 
Con quella di Chiuppano, sono ora dieci le Medicine di Gruppo Integrate attivate nel Distretto 2 dell’Ulss 7 Pedemontana,con un totale di 80 medici aderenti, che assistono 120 mila persone, pari all’80% dell’intera popolazione.
 
“Siamo di fronte – prosegue l’Assessore – a un territorio benchmark, dove si è lavorato intensamente all’integrazione ospedale territorio, e dove i Comuni hanno collaborato fattivamente alla creazione di una rete che è oggi tra le più capillari del Veneto. Dieci strutture con 80 medici e 120 mila assistiti, l’ultima delle quali è questo gioiello di Chiuppano, ne sono la dimostrazione lampante. Si tratta – ha concluso Lanzarin – della trasposizione in concreto di una delle più importanti previsioni del nuovo Piano Sociosanitario 2019-2023, che presta un occhio di riguardo ai servizi sul territorio per la cronicità e alla necessità di tenere il più vicino possibile al cittadino tutta l’assistenza per patologie che non necessitano dell’ospedale per acuti, ma di una rete di risposte territoriali”.

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