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Mercoledì 15 MAGGIO 2019
Si rinnova la Fimmg Puglia, nel segno del ricambio generazionale

Molti nuovi nomi e un segretario regionale di garanzia, Donato Monopoli, per assicurare continuità, ma anche un segno della volontà di portare al centro delle politiche della medicina generale settori che finora sono rimasti ai margini. Tra le questioni sul piatto della nuova dirigenza, la difesa dello status giuridico dei medici convenzionati del 118, la messa in opera del progetto Care Puglia 3.0 e la carenza dei medici di famiglia.

"Molti nuovi nomi, nel segno del rinnovamento generazionale, e un Segretario regionale di garanzia, per assicurare continuità. Sono le novità dell’esecutivo della Federazione italiana medici di medicina generale regionale Puglia, emerso dalle elezioni che si sono tenute oggi a Bari". Lo rende noto un comunicato della Fimmg di Bari.
 
"Il Consiglio regionale, composto da 15 membri indicati dalle delegazioni provinciali rinnovate a gennaio - prosegue la nota -, ha eletto Segretario regionale Donato Monopoli, già Segretario Fimmg Brindisi. Lo affiancheranno Pietro Drago nel ruolo di vicario, Nicola Gaballo e Nicola Calabrese come vice e Francesco Legrottaglie in qualità di tesoriere".
 
“Da queste elezioni emerge una Fimmg regionale rinnovata e forte di energie fresche, ma capace di valorizzare l’esperienza e l'ottimo lavoro portato avanti in questi anni", dichiara Nicola Calabrese, Segretario Fimmg Bari.
 
"Le nomine di Pietro Drago, già Segretario regionale Fimmg CA, come vicario e Nicola Gaballo, già Segretario regionale Fimmg Emergenza Urgenza, come vice - aggiunge la nota -, vedono valorizzato il ruolo dei settori di Continuità Assistenziale e dell’Emergenza territoriale 118".

"È un segno della volontà di portare al centro delle politiche della medicina generale settori che finora sono rimasti ai margini - spiega il sindacato. Un fronte su cui lavorare nei prossimi mesi sarà infatti il processo di integrazione funzionale, organizzativa e relazionale tra continuità assistenziale e assistenza primaria avviato in Puglia e che ha come obiettivo finale la definizione di un ruolo unico nel nuovo Accordo Collettivo Nazionale".

“È imperativo che i Medici di Mg convenzionati per la Continuità assistenziale escano dall’isolamento strutturale e funzionale in cui oggi operano, dalla casuale gestione dell’acuto - ha dichiarato Monopoli durante il suo discorso di insediamento - e passino da un modello di assistenza ‘occasionale' su pazienti sconosciuti a modelli di assistenza programmata”.
 
"Altro tema caldo sarà la difesa dello status giuridico dei medici convenzionati del 118, con un nuovo Accordo integrativo regionale che riveda in modo condiviso l'organizzazione e le funzioni del 118 in Puglia - sottolinea la nota -, tutelando l’attuale pianta organica e un rinnovo dell’Accordo integrativo regionale che implementi percorsi formativi specifici dell’emergenza affidati ai quadri dirigenti del settore".

"I prossimi anni saranno inoltre cruciali per la messa in opera del progetto Care Puglia 3.0, come modello pugliese della medicina generale per la gestione ottimale della cronicità. Si potranno raggiungere gli obiettivi solo con il coinvolgimento pieno dei medici di medicina generale - insiste il sindacato -, sia nei percorsi di gestione a 360°, sia con l’integrazione del progetto con la rete informatica dei medici. Lo aspettano, oltre ai medici di famiglia della Puglia, i 2.000 collaboratori di studio e i 700 infermieri che lavorano a fianco dei medici pugliesi".
 
"La nuova dirigenza regionale dovrà anche affrontare la questione demografica, che minaccia la tenuta del modello associativo della nostra regione e il livello occupazionale raggiunto, a rischio per i pensionamenti. In Puglia nei prossimi 10 anni andranno in pensione circa 2500 fra Medici di Famiglia e Medici di Continuità Assistenziale - sottolinea la nota -, come dimostrato dallo studio condotto dal settore Continuità Assistenziale di FIMMG Puglia. Si tratta di circa il 66% dei medici di Medicina Generale. Se estendiamo l'analisi ai prossimi 13 anni, arriviamo a una percentuale dell’81%.La situazione si fa più drammatica se si analizza esclusivamente la medicina di famiglia: il 70% dei medici di famiglia andrà in pensione nei prossimi 10 anni. Diventa allora necessario, nel prossimo AIR, agire da un lato sui meccanismi degli ottimali e massimali di tutta l’area della medicina generale per stabilizzarla e ridurre in modo razionale il fabbisogno dei medici, dall’altra trovare soluzioni condivise che stabilizzino il modello associativo".
 
"La prima misura da adottare - si legge ancora nella nota - riguarda la variazione del Rapporto Ottimale dell’Assistenza Primaria portando l’attuale rapporto di 1 medico ogni 1000 abitanti di età superiore a 14 anni a quello di 1 medico ogni 1300 abitanti. La seconda misura riguarda la variazione del Massimale di Continuità Assistenziale per i medici a doppio rapporto, Assistenza Primaria e Continuità assistenziale, intervenendo sull’art. 39 dell’ACN esclusivamente per i medici di Assistenza Primaria appartenenti a forme di associazionismo previsto da ACN e AIR".
 
“La Medicina Generale affronta i problemi dell’intera popolazione senza esclusioni, è facilmente accessibile, si concentra sulla persona piuttosto che sulla malattia, assicura promozione, prevenzione, cura, riabilitazione, supporto sul piano psicologico e sociale. Colloca le proprie prestazioni nell’interfaccia tra malattia e infermità e integra gli aspetti etici e umanistici del rapporto medico-paziente con il 'decision-making' clinico", ha dichiarato Monopoli, sottolineando come "alla medicina generale, talvolta messa ai margini, spetti invece un ruolo centrale nel sistema sanitario nazionale". 

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