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12 FEBBRAIO 2012
Cancro al pancreas. Possibilità di cura migliori nei centri di eccellenza

Al via a Roma il Congresso Internazionale. Dal quale emerge che le tecniche chirurgiche d’avanguardia permettono una sopravvivenza migliore alla neoplasia, anche in stadio avanzato. Ma solo se vengono effettuate nei centri con alti volumi di attività e un approccio multidisciplinare.

Il cancro al pancreas è sicuramente una delle neoplasie più aggressive e dalle prognosi peggiori. Ma grazie alle tecniche chirurgiche d’avanguardia, eseguite solo in centri di eccellenza, le chance secondo gli esperti possono migliorare. Questo quanto emerge dal Congresso “Tumore del Pancreas localmente avanzato” in corso presso il Policlinico universitario “Agostino Gemelli” di Roma.
“Nuovi approcci terapeutici sembrano oggi offrire possibilità di cura e garantire una migliore qualità di vita al paziente”, concordano i tre presidenti del congresso, Giovanni Battista Doglietto, Guido Costamagna e Carlo Barone, docenti dell’Università Cattolica di Roma. Un miglioramento che, secondo quanto osservato nella pratica medica dagli esperti che hanno partecipato al Congresso, si potrebbe tradurre circa nel 20% in più di possibilità di guarigione nei centri che effettuano queste tecniche chirurgiche rispetto alle altre strutture.

Tra i centri di riferimento adatti a gestire queste situazioni di elevata complessità ci sono quelli di Roma, Pisa, Bologna, Verona e Milano. Al Policlinico Gemelli, ad esempio, in un anno sono stati curati 262 malati di cancro del pancreas, di questi 80 sono stati sottoposti a intervento chirurgico curativo, mentre gli altri sono stati sottoposti a trattamenti endoscopici e chemio-radioterapici. Si tratta di numeri considerevoli, che pongono il Gemelli al primo posto come polo sanitario per il Centro-Sud per la cura del tumore del pancreas – anche grazie alle unità operative integrate per la cura di questi tumori presenti nella struttura – e che permettono di fare delle stime di massima su trattamenti e risultati.

L’esperienza dei centri di eccellenza è in particolare dovuta agli alti volumi di attività e un approccio multidisciplinare. “È sempre più attuale la necessità di un osservare la materia da più punti di vista”, ha spiegato Doglietto. “Soprattutto per patologie come il tumore del pancreas, già grave di per sé ma che nella sua forma avanzata vede spesso il medico rinunciare al trattamento, inconsapevole della disponibilità, in centri di eccellenza, di metodiche innovative di maggiore efficacia”.

Una di queste tecniche operatorie innovative, indicata per le neoplasie localmente avanzate che comportano un intervento chirurgico più complesso, è la resezione pancreatica con la contemporanea asportazione dei vasi mesenterici (i vasi che provvedono a irrorare l’intero intestino), quando risultano infiltrati dal tumore. Questa può essere eseguita solamente in centri di eccellenza. “È una tecnica chirurgica che non è certo nuova - ha commentato Alfieri – ma a oggi viene eseguita in pochi centri in Italia, non più di 6. Una di queste è il policlinico Gemelli, dove c'è un centro multidisciplinare  per la cura del cancro che offre tecniche chirurgiche innovative di questo tipo. O altre, come il trattamento laparoscopico mininvasivo per alcune neoplasie della coda del pancreas, che permette di operare anche quei pazienti che in altri centri possono venire giudicati inoperabili”.
Allo stesso modo, nei centri di eccellenza già nominati, possono venire offerti dei protocolli di chemio e radioterapia che si avvalgono sia di farmaci innovativi, sia di ‘acceleratori  lineari’ di ultima generazione e della radioterapia intra-operatoria.

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