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Lunedì 20 MAGGIO 2019
Anticoagulanti orali ad azione diretta (Doac). Aifa: “No all’uso in caso di sindrome antifosfolipidica”

Nella nota informativa importate dell'Ente regolatorio viene sottolineato il possibile aumento del rischio di eventi trombotici ricorrenti. Gli anticoagulanti orali ad azione direttta (Doac) non sono raccomandati nei pazienti con Aps, in particolare nei pazienti ad alto rischio". LA NOTA AIFA.

Gli anticoagulanti Orali ad Azione Direttta (Doac): Apixaban (Eliquis), dabigatran etexilato (Pradaxa), edoxaban (Lixiana/Roteas) e rivaroxaban (Xarelto) non sono raccomandati nei pazienti con sindrome antifosfolipidica a causa del possibile aumento del rischio di eventi trombotici ricorrenti. Così l'Aifa che in una nota informativa importante riassume alcune raccomandazioni su questi medicinali.
 
"Nei pazienti con una storia di trombosi accertata con sindrome antifosfolipidica (APS), l'uso di rivaroxaban è stato associato ad un aumento del rischio di eventi trombotici ricorrenti rispetto al warfarin. Altri DOAC (Anticoagulanti Orali ad azione diretta apixaban, edoxaban e dabigatran etexilato) potrebbero essere associati ad un analogo aumento del rischio di eventi trombotici ricorrenti, rispetto ad un antagonista della vitamina K come il warfarin".
 
"I DOAC non sono raccomandati nei pazienti con APS, in particolare nei pazienti ad alto rischio (quelli che risultano positivi a tutti e tre i test per la determinazione degli anticorpi antifosfolipidi: lupus anticoagulante, anticorpi anti-cardiolipina e anticorpi anti-beta 2 glicoproteina I). Valuti se sia appropriato continuare il trattamento nei pazienti con APS che attualmente ricevono un DOAC per prevenire eventi tromboembolici, in particolare nei pazienti ad alto rischio, e consideri il passaggio a un antagonista della vitamina K", conclude la nota.

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