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Giovedì 23 MAGGIO 2019
Esercizio fisico personalizzato: un toccasana anche per le persone con tumore

Arriva dall’Australia un position statement che fornisce una guida puntuale alla prescrizione dell’esercizio fisico per le persone affette da tumore. Una rivoluzione all’insegna della medicina di precisione. Non più generiche raccomandazioni ‘a taglia unica’, ma un programma dettagliato di esercizi, costruito su misura del singolo paziente e degli obiettivi da raggiungere, quali ad esempio riduzione del linfedema e della fatigue.

L’esercizio fisico  va prescritto anche nei pazienti con tumore. E dall’Australia arrivano delle linee guida ad hoc.  Le nuove linee guida rappresentano una rivoluzione in questo campo della medicina, caratterizzato nella precedente versione dell’Exercise and Sports Science Australia's (ESSA), da raccomandazioni generiche in merito all’attività fisica, che prevedeva 3-5 sedute a settimane di esercizi aerobici o di resistenza ad intensità da lieve a moderata.
 
La nuova versione invece personalizza la prescrizione dell’esercizio fisico sulla base della tipologia del paziente e degli obiettivi da raggiungere, dalla correzione del linfedema, alla fatigue. Frutto questo delle evidenze che si sono accumulate nell’ultima decade.
 
“Le ricerche effettuate in questo settore – afferma Sandi Hayes, professore della Queensland University of Technology (QUT)-  dal momento della pubblicazione della prima versione di queste linee guida dimostrano che l’attività fisica mirata apporta una serie di benefici ai pazienti con tumore, anche sul versante di alcuni effetti collaterali legati ai trattamenti”.
 
Anche se un’attività fisica di intensità moderata-elevata potrebbe risultare appropriata per la maggior parte dei pazienti oncologici, nelle nuove linee guida non ci sono prescrizioni prestabilite o ‘quantità’ settimanali standard per tutti i pazienti.
 
“Medicina di precisione significa anche ottimizzare gli esiti del paziente. Il nostro position statement– afferma Hayes – declina la medicina di precisione attraverso l’esercizio fisico”.
 
Così come non esiste un paziente oncologico uguale all’altro, allo stesso modo non ha senso insomma consigliare un esercizio fisico ‘a taglia unica’. “La prescrizione di tipologia, durata, frequenza, intensità e volume totale di esercizio – spiega il professor Daniel Galvão, direttore dell’Exercise Medicine Research Institute dell’ECU – vanno adattati alle necessità e alle priorità espresse dallo stesso paziente. Questo position statement si basa sulle evidenze e sulle best practice per determinare con precisione di cosa ha più bisogno un determinato paziente. Ad esempio, nel caso di un paziente con un basso livello di fitness o uno con malattia in fase avanzata, l’iniziale prescrizione di esercizio fisico dovrebbe contemplare multiple brevi sessioni di 5-10 minuti, fino ad arrivare ad un totale di 20 minuti al giorno. Poi, man mano che la capacità di esercitarsi migliora, andrà raccomandato di portare le sessioni di esercizio ad almeno 20 minuti al giorno, per la maggior parte dei giorni della settimana”.
 
Il Position Statement on Exercise Medicine in Cancer Mangement è pubblicato su Journal of Science and Medicine in Sport.
 
Maria Rita Montebelli

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