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Lunedì 27 MAGGIO 2019
Che sanità futura col trionfo della Lega?

L’aspetto che maggiormente mi fa riflettere guardando alla sanità nel giorno del trionfo elettorale della Lega, è più ideologico. Riguarda la discrasia che c’è tra il carattere solidaristico, universalistico, equitativo del nostro SSN e la visione più individualistica (egoistica) della società che gli Italiani stanno sempre più esprimendo, in cui prevalgono aspetti antitetici proprio a quel SSN e con esso dissonanti e non compatibili.

Che impatto potranno avere i risultati delle Europee sulla nostra sanità? Premesso che trattandosi appunto di Europee non si modificano gli equilibri parlamentari nostrani, guardando al programma di fondo della Lega di Salvini, così largamente votato dalla maggioranza relativa degli elettori, il pensiero va alle evoluzioni future su autonomia regionale e taglio delle tasse.
 
La prima, in modo articolato ma incisivo, ridefinisce in direzione anti redistributiva le risorse del FSN alle Regioni più ricche a spese delle povere, quindi con conseguenze di potenziale ridotta equità tra esse
 
Il secondo, il taglio delle tasse, di fatto incrementa il rischio di riduzione delle risorse pubbliche per finanziarne i servizi, in primis, appunto, la sanità pubblica
 
L’autonomia regionale, attraverso i costi dei fabbisogni standard, rivedrebbe di fatto la perequazione dalle “ricche” alle “povere” mantenendo le Regioni del Nord maggiori proprie risorse fiscali. Con invarianza finanziaria, quindi “togliendo” alle regioni del Sud. La proposta, va ricordato, non a caso proviene in origine dalle tre Regioni più ricche d’Italia, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
 
Riguardo al taglio delle aliquote fiscali o all’estensione della flat tax, è superfluo ricordare che ridurre le entrate obbliga a ridurre le uscite, quindi anche quelle per il SSN.
A meno di finanziare la spesa pubblica a debito, ma il nostro è già il terzo al mondo per entità, o battere moneta, uscendo dall’euro, con conseguenze letali per generazioni che non sto qui a dettagliare.
 
Ma l’aspetto che maggiormente mi fa riflettere guardando alla sanità nel giorno del trionfo elettorale della Lega, è più ideologico. Riguarda la discrasia che c’è tra il carattere solidaristico, universalistico, equitativo del nostro SSN e la visione più individualistica (egoistica) della società che gli Italiani stanno sempre più esprimendo, in cui prevalgono aspetti antitetici proprio a quel SSN e con esso dissonanti e non compatibili.
 
Un crescente sentire comune ormai ampiamente diffusosi, sul quale per il policy maker, anche chiamato a più stringenti esigenze prossime di bilancio, diventa agevole trovare consenso per ridimensionare la sanità pubblica a favore di un crescente sistema di sanità mutualistico-assicurativa privato, “all’americana”, ovvero basato sul binomio responsabilizzazione e capacità reddituale individuali, in linea con il mood corrente.
 
Da economista keynesiano e welfarista ritengo sarebbe deleterio. Non per ragioni ideologiche ma per le conseguenze nella società nel medio-lungo termine, perché penalizzerebbe in misura drammatica, e con nefaste conseguenze sociali di carattere “sud americano”, soprattutto le classi meno abbienti.
 
Che paradossalmente sono proprio quelle che oggi votano chi è favorevole a tale ridimensionamento di welfare e servizi pubblici.
 
Prof. Fabrizio Gianfrate
Economia Sanitaria

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