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Mercoledì 05 GIUGNO 2019
Chi cerca trova: scoperto un nuovo virus a RNA trasmesso da zecche

Febbre alta, cefalea, fatigue e un paziente su tre in coma. Questi gli effetti di un nuovo virus a RNA segmentato, il virus Alongshan’ (ALSV), appena individuato nella regione cinese della Mongolia Interna, ma trasmesso da una zecca presente anche nell’est europeo. Non è ancora escluso poi che il nuovo virus possa essere trasmesso che dalle zanzare. Gli esperti invitano ad avere un approccio proattivo e a mantenere elevata la sorveglianza di popolazione perché questi nuovi patogeni, grazie ai cambiamenti climatici e ai viaggi, potrebbero arrivare anche dalle nostre parti. E hanno la potenzialità di essere mortali.

Era il 2017 quando in un ospedale della Mongolia Interna (regione autonoma della Cina Settentrionale), si presentò un paziente con una malattia febbrili dai sintomi simili a quella del virus dell’encefalite trasmessa da zecche (TBEV). Le analisi di laboratorio effettuate tuttavia non rivelarono la presenza né del TBEV-RNA, né degli anticorpi diretti contro il virus.
 
Nel tentativo di isolare il patogeno responsabile di quella malattia, i medici dell’ospedale effettuarono un’analisi delle sequenze genomiche e di microscopia elettronica su un campione di sangue del paziente. Tra le altre analisi effettuate per individuare il misterioso patogeno, anche la RT-PCR (reverse-transcriptase-polymerase-chain-reaction) e dei test su colture cellulari; per valutare i livelli anticorpali virus-specifici sono stati infine effettuati esami di immunofluorescenza e di neutralizzazione sul siero del paziente. Allo stesso tempo veniva avviato un programma di sorveglianza intensificata presso lo stesso ospedale per screenare altri pazienti ricoverati per febbre, cefalea e con storia di puntura di zecca.
 
Il paziente indice è risultato infettato da un virus a RNA segmentato, fino a quel momento sconosciuto e ribattezzato ‘virus Alongshan’ (ALSV), appartenente al gruppo dei jingmenvirus della famiglia Flaviviridae. La stessa infezione è stata in seguito individuata in altri 86 pazienti tutti residenti nell’area della Mongolia Interna e dello Heilongjiang che presentavano un corteo sintomatologico caratterizzato da febbre, cefalea e fatigue dopo puntura di zecca. I sintomi si risolvevano dopo 6-8 giorni di terapia di supporto. Le analisi sierologiche hanno confermato la siero conversione in 19 pazienti, dei quali erano disponibili i prelievi in corso di acuzie e nel periodo di convalescenza. L’annuncio della scoperta del nuovo virus trasmesso da puntura di zecca è pubblicata questa settimana sul New England Journal of Medicine.
 
“Nell’arco dell’ultima decade – scrivono in un editoriale di commento, pubblicato sullo stesso numero del NEJM, Nikos Vasilakis (dipartimento di Patologia del Center for Biodefense and Emerging Infectious Diseases, Center for Tropical Diseases ) e David H. Walker (Institute for Human Infections and Immunity, University of Texas Medical branch, Galveston) -  c’è stato un ‘rinascimento’ della scoperta dei virus, coroborato dall’avvento di nuove tecnologie, quali il sequenziamento di prossima generazione. L’abbondanza delle scoperte ha offerto sia delle opportunità che delle sfide a virologi, epidemiologi, tassonomisti e biologi evoluzionisti.”
I virus della famiglia Flaviviridae hanno un gran numero di ‘ospiti’, sia tra i vertebrati che tra gli invertebrati e un’ampia distribuzione geografica: si ritrovano infatti in tute le regioni del mondo con la sola eccezione dell’Antartide. Fino a qualche tempo fa i virus della famiglia Flaviviridae erano classificati in 4 generi (flavivirus, hepacivirus, pesti virus e pegivirus) e gli unici ospiti invertebrati noti erano la zecca e la zanzara. Gli unici virus trasmessi da artropodi all’interno della famiglia Flaviviridae sono tuttavia solo quelli appartenenti al genere flavivirus.
Negli ultimi anni sono stati isolati dalle zecche e da vari altri insetti un certo numero di virus a RNA segmentato; questi ‘nuovi’ virus sono stati incasellati nel nuovo genere dei jingmenvirus, chiaramente ‘imparentato’ con quello dei flavivirus, fatto questo che ha importanti implicazioni circa la loro patogenicità per gli ospiti vertebrati.
E infatti, per la serie ‘chi cerca trova’ non appena le autorità sanitarie della regione dove viveva il paziente indice hanno intensificato la sorveglianza su altri possibili casi di infezione da virus Alongshan, ne hanno individuati diverse altre decine. “Sebbene - fanno notare gli autori dell’editoriale – non si siano registrati casi di morte dovuti a questo virus finora, il fatto che il 35% siano andati in coma, fa pensare ad un’infezione potenzialmente molto grave.”
Le indagini di laboratorio hanno indicato in una zecca particolare, l’Ixodes persulcatus, il vettore della malattia, ma al momento non può essere esclusa la trasmissione attraverso la puntura di zanzara. Ixodes persulcatus è una zecca ampiamente diffusa in tutte le regioni settentrionali dell’Asia e in Europa orientale.
 
“La natura dell’ALSV, un virus unico nell’ambito della famiglia Flaviviridae, con un vettore di ampia distribuzione, dovrebbe metterci in guardia sulle sue potenzialità. Di recente la distribuzione di altri agenti trasmessi da artropodi si è diffusa e allargata a zone prima non interessate, anche a causa dei cambiamenti climatici e all’introduzione delle malattie in aree non interessate prima da parte dei viaggiatori. E’ già successo per il West Nile virus, lo Zika virus, il chikungunya virus, il coronavirus  della severe acute respiratory syndrome (SARS) e il coronavirus della Middle East respiratory syndrome (MERS). Un altro esempio della ‘mobilità’ di queste infezioni trasmesse da artropodi è dato dalla recente introduzione negli Usa delle zecche Haemaphysalis longicornische trasmettono il virus della SFTSV (severe fever with thrombocytopenia syndrome).
“Per comprendere l’emergenza di nuove malattia e mitigare le epidemie che potrebbero derivarne  – concludono gli editorialisti – la sorveglianza real-time delle popolazione e un approccio proattivo hanno sicuramente un miglior rapporto costo-efficacia”.
 
Maria Rita Montebelli

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