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Giovedì 06 GIUGNO 2019
Policlinico Sassarese. Personale della casa cura privata fallita sarà assorbito dalla Regione

Circa 100 gli operatori sanitari che, tra qualche settimana, usciranno dalla copertura degli ammortizzatori sociali attivata dopo la dichiarazione di fallimento della struttura sanitraia privata di Sassari. Il piano della Regione, approvato con delibera, consentirà loro di prestare servizio negli altri presidi sanitari del sassarese, rafforzandone gli organici, ricevendo un’integrazione salariale fino al 31 dicembre. “Evitiamo il rischio di attivazione della procedura di licenziamento collettivo e contemporaneamente abbattiamo le liste d'attesa”, ha detto l’assessore Nieddu

Il personale sanitario del Policlinico Sassarese (una casa di cura privata accreditata) diventa protagonista di un progetto di politiche attive del lavoro volto alla realizzazione di misure atte ad evitare il rischio di attivazione della procedura di licenziamento collettivo dei lavoratori e contemporaneamente pensate per essere finalizzate a migliorare le azioni mirate all'abbattimento delle liste d'attesa. Alla fine di giugno saranno circa un centinaio gli operatori sanitari, tra medici, infermieri, amministrativi, che usciranno dalla copertura degli ammortizzatori sociali attualmente attivi, dopo che il Tribunale di Sassari aveva dichiarato il fallimento del Policlinico Sassarese.

Il progetto, individuato dalla Regione nella deliberazione n. 20/27 del 30.05.2019 con il benestare del Presidente della Regione Christian Solinas, è stato proposto dall'Assessora del Lavoro, Alessandra Zedda, d'intesa con l'Assessore per la Sanità, Mario Nieddu, e con l’accordo delle sigle sindacali CGIL e FP-CGIL di Sassari, FP – CISL e UIL–FPL, al fine di far fronte alla grave situazione in cui versano i lavoratori dipendenti dell'erogatore privato del Policlinico “consentirà agli operatori sanitari del Policlinico di prestare servizio negli altri presidi sanitari del sassarese, rafforzandone gli organici, e di ricevere un’integrazione salariale sino al 31 dicembre”, come ha spiegato l’assessore Nieddu.

L'Assessore ricorda anche che con la deliberazione n. 21/12 del 24.4.2018 è stato determinato per l'anno 2020 un tetto di spesa complessivo di euro 97.328.787 per l'assistenza ospedaliera sulla base del Piano preventivo delle attività 2018-2020 approvato dall'ATS ed è stato previsto che il tetto dell'ospedaliera venga confermato solo per l'anno 2018; mentre per gli anni successivi si prevede che questo tetto di spesa venga rivalutato annualmente definendo anche i criteri per la sua ripartizione agli erogatori privati.

E sulla base delle determinazioni dell'ATS in merito alla contrattazione dell'acquisto di prestazioni di specialistica ambulatoriale dal Policlinico sassarese, Nieddu ritiene opportuno che la Giunta regionale, in considerazione del tetto di spesa per l’assistenza ospedaliera individuato dalla  deliberazione su citata dell’aprile 2018, con eventuali ulteriori risorse aggiuntive, stabilisca, in sede di rivalutazione dello stesso tetto di spesa per l'anno 2020, criteri di ripartizione che possano non modificare i volumi di attività e pertanto la conseguente erogazione delle prestazioni al fine di soddisfare il fabbisogno assistenziale del territorio sassarese.

L'Assessora del Lavoro ha ritenuto a sua volta confacente l’opportunità di avviare un progetto con l'obiettivo di abbattere le liste d'attesa attraverso l'attivazione di politiche attive a favore dei lavoratori del Policlinico. In proposito a ciò, Zedda riferisce che le risorse necessarie a finanziare il progetto saranno pari a euro 738.000, a valere su risorse del bilancio della Regione stanziate per l'anno 2019, e propone di demandare alla Agenzia Sarda delle Politiche Attive del Lavoro (ASPAL) la gestione dell'assegnazione delle provvidenze ai lavoratori interessati, attraverso la formula dei cantieri finalizzati, per un importo di 1.000 euro per ciascun lavoratore entro il termine del 31 dicembre 2019.

“Il lavoro di concerto fra Sanità e Lavoro - conclude l’Assessora Zedda - ha permesso di dare una risposta rapida all’appello dei lavoratori e sindacati, dando vita a un progetto di politiche attive che tutelerà il lavoro, impedirà la dispersione delle professionalità, con ricadute sui cittadini, grazie all’abbattimento delle liste d’attesa”.
 
Elisabetta Caredda

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