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Lunedì 17 GIUGNO 2019
Breast Unit. Irccs San Martino. Certificato di qualificazione ai chirurgi senologi con non meno di 50 interventi annui

In un’ottica di miglioramento continuo è stato stabilito che l’unico riferimento per la chirurgia mammaria fosse la Unità Operativa Clinica Senologica e che solo i chirurghi di quella Breast Unit, con non meno di 50 interventi nell’anno precedente, fossero abilitati ad intervenire come primo operatore. Ucci: “Una garanzia di qualità e sicurezza per le donne”

Ha trovato applicazione all’Irccs Ospedale Policlinico San Martino la correlazione tra volumi di attività, qualità delle cure ed esiti di salute.
In un’ottica di miglioramento continuo è stato stabilito che l’unico riferimento per la chirurgia mammaria fosse la Unità Operativa Clinica Senologica e che solo i chirurghi di quella Breast Unit, con non meno di 50 interventi nell’anno precedente, fossero abilitati ad intervenire come primo operatore. Un percorso vincente.
A un anno dall’adozione di questo “sbarramento”, sul solco di quanto indicato nel Dm 70, gli oltre 800 interventi per tumore della mammella e i quasi 300 per varie patologie mammarie non tumorali eseguiti nel 2018 al San Martino sono tutti stati effettuati da 6 operatori: Daniele Friedman, Alessandra Catturich, Piero Fregatti, Paolo Meszaros, Federica Murelli e Carlo Vecchio. Sei chirurghi senologi del Policlinico San Martino, che hanno ricevuto il mese scorso un certificato di qualificazione.
 
“È stato definito ‘un premio’ – ha detto il Direttore Generale Giovanni Ucci – ma è una garanzia di qualità e di sicurezza per tutte le donne che si rivolgono alla nostra Breast Unit. La letteratura scientifica dimostra che i risultati di salute migliorano e le complicanze diminuiscono quanto più alto è il numero di procedure interventistiche effettuate in un determinato centro e, per uno stesso centro, se il singolo operatore ne esegue almeno un certo numero minimo. Per questo abbiamo voluto che le casistiche operatorie variamente disperse nelle diverse unità operative di chirurgia generale e specialistica fossero concentrate in una sola unità”.
 
Al San Martino la cui Breast Unit è tra le prime 10 di Italia, una verifica condotta nel 2017 sui dati del 2016 aveva infatti dimostrato che la maggior parte dei circa 800 interventi per tumore della mammella erano stati effettuati dai chirurghi della Clinica Senologica, il reparto diretto da Daniele Friedman e dedicato esclusivamente al trattamento chirurgico della patologia mammaria-tumorale o benigna. Tuttavia un piccolo numero di pazienti era stato trattato in altri reparti da chirurghi generali che si occupavano anche di altre patologie con una numerosità che in alcuni casi era ben inferiore a 10 interventi per anno.
 
Il numero complessivo di operatori che nel 2016 aveva effettuato almeno un intervento per tumore della mammella era di 34, alcuni con casistiche molto ridotte. Un’osservazione che ha indotto la Direzione Sanitaria ad avviare il percorso di miglioramento
 
Dopo più di un anno di lavoro è stato possibile tirare le somme che hanno portato alla “premiazione” dei sei operatori. Quindi un certificato di qualificazione che la Direzione ha voluto fosse consegnato da una donna ed ex paziente, Carlotta Farina, anche in rappresentanza di Europa Donna Italia, associazione che si è battuta per l’attivazione delle Breast Unit in Italia e che continua a lavorare per il miglioramento della qualità del servizio.
 
“L’iniziativa, se non la prima certamente tra le prime in Italia, non rimarrà isolata – ha concluso Ucci – ma proseguirà coinvolgendo anche altri settori della chirurgia sulla falsariga delle indicazioni del Dipartimento Interaziendale Regionale(Diar) di Chirurgia e di Alisa che hanno da subito recepito le indicazioni della letteratura riguardo alla correlazione tra volumi di attività, qualità delle cure ed esiti di salute. Il mandato che la direzione ha dato a Franco De Cian, direttore del Dipartimento Chirurgico aziendale, è di definire anche per le altre più frequenti patologie neoplastiche standard chirurgici minimi adeguati alle evidenze della letteratura. Ancora un lavoro di qualità ed appropriatezza nell’interesse dei pazienti”.

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