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Mercoledì 19 GIUGNO 2019
Maternità surrogata. Associazioni presentano due proposte di legge per “scelte di solidarietà e abbattere tabù ideologici”

La prima è stata presentata dall’associazione Luca Coscioni con l’associazione Certi Diritti, e Famiglie Arcobaleno. La seconda dal portale di informazione giuridica Articolo 29. Entrambe le proposte sono state illustrate oggi nel corso di un convegno presso la sede Cgil. A seguito delle critiche il segreterio del sindacato, Maurizio Landini, ha preso le distanze: "Interessati a confrontarci con tutte le opinioni ma non promuoviamo nessuna legge".

Normare le modalità di accesso per la realizzazione di una tecnica di fecondazione medicalmente assistita alla base di un percorso che consente di avere un figlio a chi non può. Intervenire alla luce del progresso scientifico e culturale che oggi riconosce nella gestazione per altri una concreta possibilità di un figlio. 
 
Sono queste le richieste contenute nella proposta/disegno di legge finalizzata a disciplinare il percorso di Gestazione per Altri solidale (GPA). Un testo frutto di un lungo lavoro con giuristi, medici, esperti, l'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica con l'associazione Certi Diritti, e Famiglie Arcobaleno presentato oggi a Roma presso la Sala Santi della Cgil Nazionale insieme a una proposta alternativa, compatibile e complementare, elaborata anche dal portale di informazione giuridica Articolo29.
 
“Per le tante Maria Sole, Novella, o Cristian e suo marito, che non possono avere un figlio perché non hanno l'unico organo che consente loro una gravidanza o perché affette da patologie che non consentono di portare avanti una gravidanza – ha dichiarato Filomena Gallo segretario dell'associazione Luca Coscioni – per queste persone, le tecniche di fecondazione medicalmente assistita hanno fornito risposte: la Gestazione per altri. Il dibattito su questo tema spesso è violento e di chiusura, ma riteniamo che solo con una norma adeguata si possa agire contro ogni forma di abuso e illegalità, evitare discriminazioni e violazioni dei diritti fondamentali".
 
“Faro del nostro lavoro è in particolare il diritto alla salute, ai benefici della scienza e all’autodeterminazione e la tutela del superiore interesse del minore – continua Gallo – un testo di legge completamente impostato sul concetto di solidarietà tra un genitore naturalmente fertile e un altro altrimenti impossibilitato da condizioni di fatto che configurano l'impossibilità di una gravidanza. Nello specifico si prevedono una serie di tutele volte ad assicurare che le parti ricevano adeguato monitoraggio medico e siano consapevoli e rispettose della reciproca situazione sociale, economica e giuridica. Affermiamo il diritto umano alla scelta, all’autodeterminazione e alla felicità offerto nel pieno rispetto di tutte le persone e di tutti gli altri diritti umani coinvolti, compreso quello alla scienza, contro qualsiasi forma di sfruttamento e abuso. Centrale nella proposta normativa è la disciplina relativa allo status del minore nato in seguito a GPA e alla redazione del suo atto di nascita. Riteniamo che solo una normativa adeguata possa evitare abusi, illegalità, situazioni che invece i proibizionismi determinano”.

Cosa contiene in sintesi la proposta dell'associazione Luca Coscioni, associazione Certi Diritti e Famiglie Arcobaleno:
 
Si compone di 8 articoli, in cui ogni espressione tecnica viene spiegata per evitare l’eventuale ricorso a interpretazioni distanti dalle intenzioni dei proponenti o del legislatore. La disciplina elenca a tal fine i criteri soggettivi obbligatori per la gestante e per i genitori intenzionali, così come gli obblighi e i diritti relativi alle parti che accedono a tale percorso, compresi quelli di manifestazione e revoca del consenso; la possibilità, per la gestante per altri, di ricorrere all’interruzione di gravidanza entro i primi 90 giorni. È previsto inoltre l’obbligo in capo ai genitori intenzionali di stipulare una polizza assicurativa in favore della gestante.
 
Al fine di superare ogni ostacolo al riconoscimento dello status filiationis dei minori nati in seguito a GPA, anche all’estero, il testo suggerisce l’eliminazione di tale percorso dall’alveo dei delitti contro lo stato di famiglia così come dei delitti sulle falsità personali previsti dal codice penale italiano.
 
I minori nati in seguito a GPA acquisirebbero infatti, sin dal trasferimento in utero dell’embrione, lo status di figli legittimi o legalmente riconosciuti del genitore o dei genitori ricorsi a GPA, nominati e indicati come genitore/i nell’atto di nascita, senza alcun riferimento alle circostanze con le quali è avvenuto il concepimento e la gestazione. Viene lasciata alla discrezionalità delle parti la decisione relativa all’eventuale mantenimento dei contatti con la gestante anche dopo la nascita dei minori, sempre alla luce di una analisi del caso concreto e nell’ottica di tutela del benessere psico-fisico dei nati.
 
Cosa contiene in sintesi la proposta del portale di informazione giuridica Articolo 29:

Questa proposta mira invece a introdurre una riforma della legge n. 40 del 2004 con una parziale depenalizzazione della maternità surrogata in caso di sottoscrizione di un Patto di gravidanza, per cui viene introdotta una assai dettagliata regolamentazione sotto rigoroso controllo giurisdizionale. 
 
Si tratta di un modello di disciplina che tenta di affrontare – alla luce delle principali soluzioni offerte dal diritto comparato – alcuni dei nodi critici dell’istituto della surrogazione di maternità, quali ad esempio: il divieto di intermediazione commerciale, che viene mantenuto; il necessario controllo pubblicistico sull’intero procedimento, che viene assicurato mediante la previsione di un intervento del giudice, in ogni sua fase, analogamente a quanto avviene in Grecia e, almeno in parte, nel Regno Unito; la particolare attenzione per la dignità della donna, riconosciuta e tutelata (come affermato da ultimo dal Tribunale costituzionale portoghese nella fondamentale decisione del 24 aprile 2018) nella sua dimensione di autodeterminazione solidale e responsabile ad assumere uno specifico compito di cura nei confronti dei genitori e della nascitura o del nascituro.
 
E ancora, nel testo si spiega come l’inquadramento della surrogazione di maternità nell’ambito delle relazioni familiari e di cura – che supera l’alternativa rigida tra modello commerciale e modello solidaristico, entrambi incapaci di restituire a pieno la complessità delle relazioni che la surrogazione mobilita – abbia infine consentito di elaborare un modello disciplinare che riconosce il valore di tutte le relazioni coinvolte nella fattispecie di surrogazione, ivi compresa, soprattutto, quella tra la gestante e il nato. In conseguenza, il progetto di legge chiarisce la natura del patto come accordo di diritto di famiglia, definisce in dettaglio i requisiti oggettivi e soggettivi per l’accesso alla misura volti ad assicurare in concreto la libertà di scelta della donna, pone la donna in gravidanza al centro della fattispecie, regolamenta il procedimento di formazione e di verifica della volontà delle parti sotto il controllo del giudice, prevede un ausiliario del giudice quale soggetto preposto non solo alla verifica e al controllo ma anche all’ausilio delle parti, assicura alla donna in gravidanza il diritto al ripensamento e riconosce infine la natura familiare del legame fra la stessa e il nato, con protezione giuridica del diritto di conoscersi (diritto a conoscere le proprie origini e la verità sulla propria nascita) e del reciproco diritto di visita.
 
Da segnalare come le critiche alla Cgil per aver ospitato la presentazione di due proposte di legge su un tema così controverso abbiano portato in serata ad una reazione da parte del segretario del sindacato Maurizio Landini che ha preso così le distanze dai due testi: "La Cgil è interessata a confrontarsi con tutte le opinioni ma non promuove né appoggia alcuna legge di sostegno o di regolamentazione della maternità surrogata. Simili decisioni, infatti, possono essere assunte solo dal nostro direttivo e ciò non è mai avvenuto. So che il tema è delicato, e comprendo appieno il dramma di chi non può avere figli naturali, siano esse ragioni mediche o di genere. Personalmente ritengo il pericolo di mercificazione, di riduzione della persona a oggetto e di deprezzamento della vita una prospettiva che dobbiamo evitare anche solo di evocare. E al direttivo della Cgil esprimerò la mia posizione”.

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