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Giovedì 20 GIUGNO 2019
Assistenza transfrontaliera. Corte Conti UE: “L’mpatto sui pazienti è ancora ancora limitato. In pochi sono consapevoli del diritto a ricevere cure anche all’estero”

Fornire maggiore sostegno ai punti di contatto nazionali per migliorare le informazioni fornite ai pazienti sui loro diritti in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera;  preparare meglio gli scambi di dati sanitari; migliorare il sostegno fornito e la gestione delle reti di riferimento europee, per facilitare l’accesso all’assistenza sanitaria per i pazienti affetti da malattie rare. Queste le raccomandazioni contenute sulla relazione speciale. LA RELAZIONE

Fornire maggiore sostegno ai punti di contatto nazionali per migliorare le informazioni fornite ai pazienti sui loro diritti in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera; preparare meglio gli scambi transfrontalieri di dati sanitari; migliorare il sostegno fornito e la gestione delle reti di riferimento europee, per facilitare l’accesso all’assistenza sanitaria per i pazienti affetti da malattie rare. 
 
Queste le raccomandazioni iserite dalla Corte dei conti europea nella relazione speciale in materia di assistenza sanitaria trasfrontaliera. La relazione, in particolare, rileva che per i pazienti, in alcune situazioni, l’assistenza più accessibile o adeguata è disponibile unicamente in uno Stato membro diverso dal loro Paese di affiliazione e che la possibilità di poter decidere in libertà di ricorrere all’assistenza sanitaria transfrontaliera può concorrere a migliorare la loro salute.
 
La direttiva 2011/24/UE sull’assistenza sanitaria transfrontaliera disciplina il diritto per i pazienti dell’UE di poter accedere ad un’assistenza sanitaria sicura e di alta qualità oltre i confini nazionali, all’interno dell’UE, ed il diritto ad essere rimborsati per tale assistenza. Tuttavia, solo una minoranza dei potenziali pazienti è consapevole di aver diritto a ricevere assistenza sanitaria all’estero.
 
La relazione, inoltre, precisa che la Corte ha proceduto ad esaminare se la Commissione europea abbia adeguatamente vigilato sull’attuazione della direttiva Ue sull’assistenza sanitaria transfrontaliera e, in particolare, se abbia fornito indicazioni ai punti di contatto nazionali responsabili di fornire informazioni ai pazienti sul loro diritto all’assistenza transfrontaliera. Inoltre, la Corte ha valutato i risultati raggiunti nello scambio transfrontaliero di dati sanitari dei pazienti e verificato le principali azioni nel campo delle malattie rare, focalizzate sulla creazione delle reti di riferimento europee. Lo scopo di tali reti, infatti, è diretto a favorire la condivisione di conoscenze e a fornire consulenza per la diagnosi e la cura, attraverso consultazioni virtuali tra prestatori di assistenza sanitaria in Europa, migliorando il livello dell’assistenza.
 
All’esito delle proprie verifiche, la Corte ha concluso che “le azioni intraprese dall’UE nel settore dell’assistenza sanitaria transfrontaliera erano ambiziose e hanno accresciuto la collaborazione tra gli Stati membri, ma devono essere gestite meglio. Stando a quanto constatato al momento dell’audit, l’impatto sui pazienti era limitato”.
 
Sull’operato della Commissione, invece, ha rilevato che “la Commissione ha vigilato adeguatamente sull’attuazione della direttiva negli Stati membri (paragrafi 23 - 28) ed ha sostenuto il lavoro dei punti di contatto nazionali responsabili di informare i pazienti riguardo ai loro diritti in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera. Recentemente ha messo a punto uno strumento pratico per i PCN. Tuttavia, i pazienti dell’UE hanno ancora difficoltà ad accedere all’assistenza sanitaria all’estero e solo una minoranza dei potenziali pazienti sa di aver diritto a beneficiare dell’assistenza sanitaria transfrontaliera. La complessità dei percorsi per l’assistenza sanitaria transfrontaliera che i pazienti possono seguire nel quadro della direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera e del regolamento sul coordinamento in materia di sicurezza sociale rendono difficile fornire ai pazienti informazioni chiare. I siti dei PCN forniscono informazioni limitate sulle ERN”.

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