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Martedì 25 GIUGNO 2019
HIV: tra pregiudizio e cattiva informazione. Un corso per i gionalisti promosso da Nps

Il corso, che dà diritto a 6 CFU, si svolgerà il 26 giugno a Roma e vuole illustrare il percorso scientifico e sociale che oggi ci porta a parlare della non infettività delle persone con Hiv in corretta terapia antiretrovirale (si parla infatti di U=U, Undetectable= Unstrasmissible, ovvero le persone stabilmente in terapia con carica virale azzerata che non hanno la possibilità di trasmettere il virus nei rapporti sessuali).

NPS Italia Onlus, associazione che da anni si occupa di lotta allo stigma e supporto alle persone HIV positive, a 3 anni dall’esposto all’Ordine dei Giornalisti fatto in seguito a notizie forvianti e stigmatizzanti verso le persone sieropositive ha organizzato in incontro con i giornalisti per mercoledì 26 giugno dalle ore 9.00 alle ore 13.30 a Roma presso la sede di Villa Glori dal titolo “Hiv: fra pregiudizio e cattiva informazione. L’impatto che ha avuto l’informazione sulla storia dell’infezione”.
 
L’obiettivo dell’incontro sarà quello di insegnare ai giornalisti il modo corretto per veicolare l’informazione quando trattano il tema dell’AIDS/HIV, in modo da non urtare la sensibilità delle persone sieropositive e fare una corretta informazione utilizzando linguaggi appropriati che non alimentano atteggiamenti pregiudizievoli.
 
Il corso, che dà diritto a 6 CFU, vuole illustrare il percorso scientifico e sociale che oggi ci porta a parlare della non infettività delle persone con Hiv in corretta terapia antiretrovirale (si parla infatti di U=U, Undetectable= Unstrasmissible, ovvero le persone stabilmente in terapia con carica virale azzerata che non hanno la possibilità di trasmettere il virus nei rapporti sessuali).
 
Tutto questo per prendere le distanze da quelli che giornalisticamente sono stati definiti untori e correggere il linguaggio mediatico.
 
Allo stato attuale – afferma la presidente Margherita Errico, promotrice dell’iniziativa – non ci sono modelli di intervento di formazione sulla lotta allo stigma in Hiv e quindi auspichiamo che questo sia il primo passo di una serie di interventi a tappeto che ci proponiamo di offrire come nostra precisa mission”.
 
Gian Piero Turchi, Professore Associato del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università di Padova, afferma: “La sieropositività al virus dell’HIV è un aspetto che pertiene ad una sfera prettamente sanitaria e, come tale, è stato e viene veicolato da tutte le narrazioni (media, persone affette dal virus, comunità tutta). Ma la sieropositività all’HIV è (anche) una questione di salute e, quindi, delle implicazioni che hanno le modalità discorsive che gli appartenenti alla Comunità (data dai sieropositivi all’HIV e non) veicolano nelle loro interazioni. Per cui se sul piano sanitario la sieropositività all’HIV si può risolvere, sul piano della salute si possono (solo) cambiare le modalità discorsive; se queste ultime veicolano stigma e si focalizzano esclusivamente sul virus, la salute che si produce è bassa se non nulla; se si usano modalità diverse la salute si incrementa e tutti i membri della Comunità (indipendentemente dalla sieropositività all’HIV o meno) partecipano e contribuiscono responsabilmente alla coesione della Comunità nel suo insieme
 
Tra i relatori troviamo anche il Dottor Stefano Vella, direttore del Centro per la Salute Globale presso Istituto Superiore di Sanità, il quale dichiara “La stampa ha avuto un impatto straordinario nella lunga battaglia contro l’infezione da HIV. Ricordo i tempi della Conferenza di Durban, nell’anno 2000, alla quale hanno partecipato oltre 1300 testate giornalistiche e televisive. La stampa ha fatto capire al mondo dov’era l’emergenza e cosa poteva succedere se i governi non si fossero attivati. Poi, ovviamente, la situazione è cambiata, in meglio, con l’accesso alle cure anche per i Paesi più poveri. Tuttavia, resta moltissimo ancora da fare: ancora troppe notizie “sparate”, troppe “opinioni” senza base scientifica messe in prima pagina. L’epidemia non si è ancora chetata, malgrado gli errori di chi riteneva passata l’emergenza. Insomma, il ruolo che la stampa può e deve ancora svolgere sarà essenziale negli anni a venire, se davvero vogliamo raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile che parla di sconfiggere l’AIDS come emergenza di Sanità Pubblica entro il 2030
 
La moderatrice dell’incontro, la Giornalista scientifica TG2 Laura Berti afferma “Quanto un titolo di giornale può condizionare le nostre idee? Quanto un servizio giornalistico può scatenare paura o rassicurare o alimentare uno stigma? Sono domande retoriche perché lo sappiamo: moltissimo. Le parole influenzano la visione del mondo delle persone.
Per questo, chi utilizza le parole come strumento di lavoro come noi giornalisti, ha il dovere di usarle nel modo corretto facendo attenzione a non alimentare pregiudizi, paure, stigma.
Spero che questo corso di formazione possa essere d’aiuto per un buon giornalismo ma anche per nutrire una cultura civica indispensabile per la nostra categoria”.
 
NPS Italia Onlus vuole ringraziare tutti coloro che, a titolo gratuito, hanno contribuito alla creazione di questo importante incontro.

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