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Giovedì 04 LUGLIO 2019
Contratto dirigenza medica e sanitaria. Smi: “Poche risorse. Non esclusa la mobilitazione nazionale”

“Vogliamo che siano riconosciute le competenze della dirigenza medica e il riconoscimento di adeguate remunerazioni delle professionalità. La nostra parte sindacale si oppone al fondo unico e dice no al finanziamento delle carriere con i soldi dei medici”, spiega la Segretaria generale Pina Onotri.

“A fronte del blocco contrattuale di 10 anni non ha più senso parlare di norme contrattuali senza conoscere la reale entità delle risorse economiche disponibili”, così Pina Onotri, Segretario Generale dello SMI in una dichiarazione, commenta l’inspiegabile prolungamento della riunione presso ARAN sulla trattativa per il rinnovo del contratto della dirigenza medica e sanitaria.
 
“Vogliamo che siano riconosciute le competenze della dirigenza medica e il riconoscimento di adeguate remunerazioni delle professionalità. La nostra parte sindacale si oppone al fondo unico e dice no al finanziamento delle carriere con i soldi dei medici. Siamo contrari a diluire le risorse economiche dei medici con quelle delle altre professioni. La riunione di oggi, ancora una volta, conferma che siamo dinnanzi a finanziamenti insufficienti destinati alla contrattazione”, aggiunge Fabiola Fini, Vice Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani.
 
“Per la dirigenza medica e sanitaria occorre adeguare le dotazioni organiche sulla base dei reali bisogni, facendo attenzione ad una equa distribuzione dell’offerta assistenziale sul territorio. Allo stesso tempo, chiudere con il precariato e avviare la stabilizzazione del personale della dirigenza medica e sanitaria con il rinnovo del turn-over così come prevede il Decreto Calabria. Occorre finirla definitivamente con i contratti atipici e l’utilizzo di personale gestito da organizzazioni esterne (cooperative, ecc.). Si avvii una nuova stagione per la dirigenza medica e sanitaria con il rinnovo del contratto, il rafforzamento delle tutele e dei diritti e per salvaguardia del Servizio Sanitario Nazionale. Se questa condizione di stasi dovesse permanere valuteremo azioni di lotta e di mobilitazione in tutto il Paese”, concludono le due dirigenti dello SMI.
 

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