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Martedì 09 LUGLIO 2019
Carenza medici. Anaao Piemonte: “Le soluzioni all’interno del Sistema pubblico, non fuori”

L’Anaao parla di Pediatrie che “utilizzano medici a gettone dal 2009, quindi da ben 10 anni” e di Pronto Soccorso dell’ASLTO4 che “si appoggiano alle cooperative per coprire i turni dal 2013”. Ma “non è accettabile affidarsi in via emergenziale (con il rischio che diventi una scelta definitiva) al privato accreditato”, chiarisce. “La Giunta Regionale è nuova, non è sua la responsabilità di questo disastro. Ma è sua la responsabilità delle scelte per affrontarlo”.

Destano preoccupazioni all’Anaao le aperture del presidente della Regione Alberto Cirio e dell'assessore Luigi Icardi alla sanità privata. Per questo il sindacato chiede “la massima prudenza all’Assessore Icardi e al Governatore Cirio, in questo periodo di grave difficoltà del SSR: hanno la responsabilità di difenderci da chi vorrebbe approfittare della crisi”, sfruttando la carenza di medici specialisti nella Regione. “Dai dati del Conto Annuale dello Stato, dal 2010 in Piemonte i medici/veterinari ospedalieri si sono ridotti di 572 unità. Sono state tagliate numerose Strutture Semplici e Complesse. La spesa complessiva del personale sanitario è ferma a quella del 2004, ridotta dell’1.3%, quindi a 15 anni fa con ancora qualcosa in meno. Il nostro contratto è fermo da 10 anni. Questi tagli hanno consentito risparmi alla Regione ma causato una grave crisi di personale, aumentata dall’assenza di programmazione di specialisti. Negli ospedali la carenza di medici è nota da anni. Nelle pediatrie del Piemonte si utilizzano medici a gettone dal 2009, quindi da ben 10 anni. I Pronto Soccorso dell’ASLTO4 si appoggiano alle cooperative per coprire i turni dal 2013”, spiega l’Anaao Piemonte.

“La Giunta Regionale è nuova – osserva il sindacato -, ovviamente non è sua la responsabilità di questo disastro. Ma è sua la responsabilità delle scelte per affrontarlo”.

Per l’Anaao Piemonte, dunque, “non è accettabile” affrontare il problema della carenza di medici affidandosi “in via emergenziale (con il rischio che diventi una scelta definitiva) al privato accreditato per compensare le carenze di medici, come annunciato ieri dal Governatore. I Medici dipendenti del SSR chiedono risposte per sostenere i loro ospedali, per ripagarli dei loro sforzi, dopo anni di tagli e sacrifici. Chiediamo che vengano prima percorse tutte le strade possibili, che permettano alla sanità pubblica di affrontare la crisi senza appoggiarsi al privato accreditato”.

Cosa fare, allora? Chiarisce il sindacato: “In Piemonte vi sono circa 300 medici al quarto e 300 al quinto anno di specialità che potrebbero essere assunti con il Dl Calabria; Vi sono specialisti disposti a coprire turni a gettone (art.55) in altre ASL.; Vi sono colleghi del 118 disponibili ad eseguire turni in Dea; vi è una rete ospedaliera da rivedere; vi è una rete territoriale da rivedere; vi sono almeno 500 “camici grigi” che si trovano in situazione di impossibilità lavorativa; vsono richieste, come i learning Hospital, che si possono avanzare al tavolo di confronto Stato-Regioni; vi sono colleghi che non migrerebbero all’estero o nel privato se avessero un contratto adeguato e la possibilità di progressione di carriera”.

Perché “se è vero che al paziente non interessa se chi lo visita è un medico pubblico o privato – conclude l’Anaao Piemonte -, questa differenza dovrebbe invece interessare a chi governa la Regione, soprattutto se la visita avviene a carico della finanza pubblica”.

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