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Mercoledì 17 LUGLIO 2019
Avastin-Lucentis/2. Zaia (Veneto): “Chiederemo la restituzione di quanto speso ingiustamente”

Il governatore interviene dopo la pronuncia del Consiglio di Stato: “Questa è una doppia vittoria, prima per la sanità del Veneto, poi perché lo Stato, dopo anni, ha fatto tesoro del nostro esempio. La scelta del Veneto sulla farmacoequivalenza tra Avastin e Lucentis a favore del meno costoso ma, a giudizio dei nostri valenti specialisti, efficace Avastin risale al 2011”.

“Questa è una doppia vittoria, prima per la sanità del Veneto, poi perché lo Stato, dopo anni, ha fatto tesoro del nostro esempio. La scelta del Veneto sulla farmacoequivalenza tra Avastin e Lucentis a favore del meno costoso ma, a giudizio dei nostri valenti specialisti, efficace Avastin risale al 2011. Oggi che il Consiglio di Stato ha sentenziato che su questi due farmaci fu fatto cartello da due Aziende farmaceutiche siamo pronti a chiedere la restituzione di quanto speso ingiustamente in più. L’Avvocatura regionale è sul pezzo già dal marzo 2014”.
 
Lo annuncia il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in relazione alla svolta data dal Consiglio di Stato all’annosa disputa sull’uso di uno di questi due farmaci per curare la maculopatia, una patologia degenerativa dell’occhio. In sostanza, la Regione, sostenuta da evidenze cliniche e scientifiche, ha sempre rilevato che l’Avastin, enormemente meno costoso rispetto al Lucentis, era efficace contro tale malattia, anche se registrato per altre patologie.
 
“Ora la sentenza del Consiglio di Stato – dice Zaia – ci permette di mettere un punto fermo anche sui danni causati fino all’ultimo euro, cioè alla data di questo pronunciamento. I nostri legali hanno avviato il lavoro per quantificare il danno, procedura tecnicamente non semplice. Una volta conclusa l’attività di quantificazione, chiederemo indietro ogni euro che i nostri cittadini abbiano dovuto spendere (perché i fondi della sanità sono soldi della gente, pagati dalla gente con le tasse nazionali) senza giustificato motivo”.
 
“Una prima stima di massima per 15,2 milioni di euro in più, solo tra il 2010 e il 2013 – ricorda Zaia – fu fatta nel marzo 2014, quando interessammo l’Avvocatura per studiare un’azione risarcitoria. Male non fare, paura non avere – conclude Zaia – quindi ora andremo avanti su questa via”.

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