quotidianosanità.it

stampa | chiudi


28 LUGLIO 2019
Decreto attuativo fisioterapia. Chi troppo vuole nulla stringe



Gentile direttore,
con la riunione del 12 Luglio u.s. sembrava finalmente di essere arrivati al termine dell’estenuante questione relativa al decreto attuativo, da emanare da parte del Ministero della Salute, in riferimento ai commi inseriti nella Legge 145/2018. La compattezza delle associazioni dei masso fisioterapisti da una parte e il Presidente dell’Ordine dei TSRM, Alessandro Beux con il Presidente CONAPS, Antonio Bortone dall’altra, lasciavano presagire uno scontro feroce. Come avete letto così non è stato e, al termine tutti sembravano soddisfatti del lavoro fatto dai funzionari ministeriali, per addivenire ad una conclusione ragionevole.
 
Nei giorni a seguire Beux ha fatto pervenire le osservazioni relative al decreto, ci sono stati alcuni comunicati delle varie associazioni, poi il silenzio verso l’esterno. In realtà, la situazione è diventata estremamente complicata a causa di irrigidimenti da entrambe le parti. Va dato atto e merito al Dott. Marcello Spirandelli, capo della segreteria del Ministro e al Direttore Generale, Dott.ssa Ugenti, dell’immenso lavoro di mediazione che hanno svolto, ma che ancora non ha portato i suoi frutti e non certo per loro demerito.

In questa faccenda sono stati coinvolti i senatori M5S: Pirro e Trentacoste, da parte delle associazioni di categoria dei MFT, che hanno svolto il ruolo di interlocutori per conto delle associazioni su loro specifica richiesta.
Come sempre la FIF, laddove possibile ha svolto un ruolo di interlocuzione per arrivare alla migliore soluzione possibile.

Dopo diverse proposizioni di testo, o meglio, di richiesta di una relazione introduttiva, che chiarisse la necessità di questi elenchi per coloro che non sono in possesso di un titolo che consenta loro di iscriversi all’Albo professionale, si era arrivati ad una formulazione che, alla FIF stessa, sembra la più adatta per dare vita a questo decreto, che ricordo è di fondamentale importanza per consentire ai MFT, e alle altre professioni coinvolte, di poter continuare ad esercitare serenamente.

Il testo proposto, se è pur vero che non è mai entrato in possesso delle associazioni, è stato comunque visionato dai senatori, che pur rappresentando alcune perplessità, in quanto non soddisferebbe in pieno le aspettative, lo hanno definito un testo condivisibile.

Lo stesso pensiero è il mio, tanto da chiedere ai rappresentanti delle associazioni di MFT di accettare la formulazione finale, per finalmente dare serenità ai MFT.

Il testo promosso non è affatto problematico per i MFT. Infatti il riconoscimento a professione sanitaria non potrebbe farlo, in nessun caso, questo decreto, ma dovrebbe essere fatto per legge. Il tenuto conto, al contario, non fa altro che riproporre esattamente quello che prevede la legge di bilancio (145/2018).
Ho sempre difeso l’operato delle associazioni dei MFT e mi sono apertamente schierato dalla loro parte, in quanto la FIF annovera tra i propri associati, sin dalla sua fondazione nel 1995, Fisioterapisti, MFT e TDR., poiché ha sempre perseguito l’idea di fare confluire le pregresse figura in quella del Fisioterapista.

Purtroppo questa volta devo discostarmi dalle considerazioni dei rappresentanti dei MFT, perché questo irrigidimento non trova ragion d’essere.
Siamo partiti dalla Legge Lorenzin nel Marzo 2018, che ha relegato il MFT a figura “non sanitaria”, al punto che i post “99 non possono iscriversi all’albo dei fisioterapisti.

Si è resa necessaria una norma che consentisse a queste persone di poter continuare ad esercitare e, dopo una strenua lotta con chi non vuole i MFT nel pianeta sanitario, siamo riusciti – con grande impegno della FIF – ad ottenere la norma contenuta nella Legge 145/2018. Il passo successivo, sarebbe stato il decreto attuativo, cioè quell’atto formale ministeriale, che detta le norme per l’attuazione di quanto approvato.
Tale decreto, cosa nota a tutti, non ha ancora preso forma, diventando il nuovo terreno di scontro.

Inizialmente, si paventava l’ipotesi che tale decreto non dovesse contenere la parte dedicata ai MFT, relegandoli, in tal modo al ruolo di “abusivi”, con tutte le conseguenze del caso. Anche qui la FIF ha condotto una battaglia definita di “buon senso” per eliminare questa infausta soluzione. Poi siamo arrivati ad un tira e molla infinito ed estenuante, fino a due giorni fa.

Il tempo non gioca a favore dei MFT; la paventata crisi di Governo, alimenta lo stato d’ansia dei MFT, che in caso di caduta del Governo, vedrebbero svanire la possibilità di continuare a lavorare e si aprirebbero le porte dell’inferno ( professionalmente parlando).

In questi due giorni intense e frenetiche telefonate fra le varie parti, riunioni, incontri per arrivare alla soluzione: ma qui l’ostinazione, che fa perdere il buon senso ai rappresentanti delle associazioni dei MFT, diventa quanto mai pericolosa.

E’ vero, il Ministro potrebbe firmare senza il placet delle associazioni; ma qui poi si apre un’altra questione: se non vengono interpellate le associazioni, si grida allo scandalo, al dispotismo, ecc.., se vengono interpellate, pongono richieste che rischiano di compromettere il risultato finale, che resta, senza mai dimenticarlo: “ salvare il posto di lavoro a migliaia di persone”!
 
Ho implorato i rappresentanti di accettare quanto proposto, in particolare Giacomo Russo, a cui mi lega una stima profonda per le sue qualità umane e in ultima analisi Guido Gaspari, i quali mi hanno ribadito la ferma volontà delle associazioni di non aderire alla proposta del Ministero della salute, poiché gli avvocati, da loro interpellati, affermano che non è possibile inserire alcuna relazione introduttiva che in qualche modo alteri il volere del decreto stesso.
Il problema sollevato è questo: il testo proposto recita nella parte introduttiva finale: “ … negli elenchi speciali ad esaurimento, per essi esclusivamente istituiti, senza tale iscrizione comporti equipollenza o l’equivalenza dei titoli posseduti a quelli necessari per l’esercizio di una professione sanitaria”.

Ma se fosse stata ritenuta professione sanitaria non ci sarebbe stato bisogno di istituire un elenco ad esaurimento a parte!

Rispetto ad una prima versione, sono stati ottenuti degli indubbi risultati, quali:
1) è stata eliminata la definizione “operatore d’interesse sanitario”;
2) nella riunione del 12 Luglio il dott. Spirandelli, prendendo spunto da quanto proposto dalla FIF negli incontri di Febbraio ha fatto inserire un articolo che prevede che saranno gli stessi MFT, nominati dalle varie sigle, a valutare le domande delle iscrizioni all’elenco;
3) come previsto dalla legge di bilancio, l’elenco è inserito all’interno dell’Ordine dei TSRM, cosa che inizialmente era stata fortemente avversata dal Presidente Beux.

Tante cose sono state ottenute dalle associazioni, con il supporto della FIF, in questi mesi di estenuanti trattative, adesso è il momento di usare la testa ed il buon senso, a mio modesto parere, ed accettare quanto proposto dal Ministero della Salute. Il rischio reale è che questo irrigidimento comporterà una chiusura da parte delle istituzioni nei riguardi dei MFT, con il concreto rischio di vedere stralciata la parte relativa ad essi.
La FIF ha sempre fatto della democrazia un principio cardine del suo operare, ritengo sia giusto, a questo punto che siano tutti i MFT a decidere del loro futuro.

La FIF questa volta chiede a Cirelli, Cavalluzzo, Russo, Sordi, Gaspari e tutti gli altri rappresentanti di riconsiderare la propria posizione prima che sia troppo tardi. A volte è meglio fermarsi in tempo altrimenti si rischia di perdere tutto …e a perdere questa volta potrebbero essere migliaia di persone con famiglie a carico.
 
Dott. Alessandro Falcioni
Presidente Federazione Italiana Fisioterapisti

© RIPRODUZIONE RISERVATA