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Martedì 30 LUGLIO 2019
Melanoma maligno negli adulti. Lo screening è efficace?

Secondo una revisione Cochrane non ci sono elementi sufficienti per valutare la reale efficacia dello screening. Questo però non significa che non debba essere fatto nulla, avvertono gli esperti. Chiedere ai pazienti delle loro scottature solari e della storia familiare di melanoma può essere un buon modo per stratificare il rischio e indirizzare il paziente a esami specifici

(Reuters Health) – Non ci sono prove sufficienti per valutare i benefici e i danni dello screening negli adulti per il melanoma maligno nella popolazione generale. È quanto emerge da una nuova revisione Cochrane.
 
Molti Paesi hanno programmi per lo screening del melanoma maligno, ma non è chiaro se questi riducano la morbilità e la mortalità o causino danni ingiustificati derivanti da diagnosi eccessiva o trattamenti non necessari.
 
Minna Johansson e colleghi, a Uddevalla, in Svezia, hanno iniziato a valutare gli effetti sulla morbilità e mortalità dello screening per il melanoma maligno nella popolazione generale. Ma negli unici due studi che hanno soddisfatto i loro criteri di inclusione, non sono state fornite informazioni sugli effetti dello screening su decessi totali, diagnosi eccessiva da screening, qualità della vita dei partecipanti, decessi per cancro della pelle o tassi di falsi positivi e negativi.
 
Uno studio statunitense su un intervento per aumentare il livello di performance di un auto-esame approfondito della pelle non ha riportato nessuno di questi outcome, e uno studio australiano di screening per melanoma maligno basato sulla popolazione generale non è mai stato condotto a causa della mancanza di finanziamenti, come ha notato il team nel Cochrane Database of Systematic Reviews.
 
“Lo screening della popolazione generale adulta per il melanoma maligno non è supportato o confutato dalle attuali prove di studi controllati randomizzati – affermano gli autori – Pertanto non soddisfa i criteri accettati per l’implementazione dei programmi di screening della popolazione”.
 
“Questa revisione non ha studiato gli effetti dello screening in persone con una storia di melanoma maligno o in persone con una predisposizione genetica per melanoma maligno (ad es. nevo atipico familiare e sindrome del melanoma) – aggiungono ricercatori – Per determinare i benefici e i danni di screening per il melanoma maligno, è necessario uno studio randomizzato condotto rigorosamente, che valuti la mortalità generale, la diagnosi eccessiva, le conseguenze psicosociali e l’uso delle risorse”.
 
Richard A. Shellenberger dell’Ospedale St. Joseph Mercy di Ann Arbor, nel Michigan, che ha studiato lo screening del melanoma e i modi per migliorarlo, osserva: “Sebbene le prove non supportino lo screening diffuso della popolazione generale, questo non significa che non si debba fare nulla. Esaminare la pelle in gruppi ad alto rischio è l’unico metodo per rilevare il melanoma nella sua fase iniziale con i migliori risultati. I medici dovrebbero anche educare i pazienti a evitare le scottature e i pericoli delle esposizioni al sole. Il livello di evidenza è di grado C per la protezione solare che previene il melanoma. Non dovremmo rinunciare a esaminare la pelle sulla base di questo rapporto, soprattutto perché abbiamo visto un declino dell’incidenza e della mortalità del melanoma”.
 
“Chiedere ai pazienti delle loro scottature solari e della storia familiare di melanoma è un metodo semplice di stratificazione del rischio per capire chi dovrebbe sottoporsi a esami cutanei – ha conclude Shellenberger – La domanda più importante potrebbe essere il cambiamento nei nevi. Qualsiasi nevo che si sta evolvendo dovrebbe essere esaminato”.
 
Fonte: Database Cochrane Syst Rev 2019
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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