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Lunedì 27 FEBBRAIO 2012
Lazio. Lavra (Cimo): “Reintegrare subito i medici sospesi dell’Umberto I” 

“Basta far west nei Dea di Roma, si agisca contro veri colpevoli del dissesto economico e organizzativo”, così il segretario regionale della Cimo Asmd Giuseppe Lavra sulla sospensione dei due dirigenti dell’ospedale capitolino. “Non sono certo i due medici gli ‘architetti’ della ‘piazzetta’ del pronto soccorso”. 

“Bisogna reintegrare  immediatamente i due medici sospesi dal Policlinico Umberto I di Roma”. E’ quanto ha dichiarato il Segretario Regionale Cimo-Asmd del Lazio Giuseppe Lavra, annunciando che “altrimenti la Cimo andrà avanti per porre fine a questo far west dove ancora una volta si scaricano ingiustamente sui medici le colpe della disorganizzazione e del disagio generale dei DEA di Roma che vanno invece attribuite a chi gestisce e prende decisioni”.
“Non sono certo i due medici gli ‘architetti’ della ‘piazzetta’ del pronto soccorso dell’Umberto I – ha sottolineato Lavra -  viste le motivazioni della sospensione è necessario che il ‘magnifico’ Luigi Frati e il direttore generale Antonio Capparelli facciano un passo indietro e reintegrino subito i medici. Lo sanno tutti che ai medici non è riservato alcuno spazio decisionale nelle Aziende Sanitarie”.
Secondo il Segretario Cimo Lazio la relazione degli ispettori ministeriali è “viziata da  troppe amnesie: sprechi da record nazionale dell’Umberto I, precariato gestito quasi a livello di caporalato e scarsa recettività dei reparti dell’Ateneo. Le colpe vanno addebitate a chi gestisce il Policlinico ed esercita i veri poteri e non ai medici che non hanno alcuna voce in capitolo sulla gestione e sulla macro-organizzazione”.
“I politici coinvolti in questa vicenda intervengano e si associno all’invito a reintegrare i due medici nelle loro funzioni – ha aggiunto Lavra – e si muovano per individuare le vere cause del dissesto economico-finanziario ed organizzativo del Servizio Sanitario Regionale. Capparelli e il “Magnifico” non possono ignorare l’appello del Presidente Nazionale della Fnomceo e del Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma a non fare dei medici sospesi le vittime sacrificali di un sistema che è viziato solo da una gestione inadeguata da troppo tempo”.

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