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Martedì 27 AGOSTO 2019
Inquinamento e malattie mentali. Quanto è forte il legame?

Secondo l’Oms l'inquinamento atmosferico uccide 7 milioni di persone ogni anno – equivalenti a 13 morti ogni minuto – più del totale combinato di guerra, omicidi, tubercolosi, Hiv, Aids e malaria. Tuttavia, il suo legame con le malattie mentali resta controverso, nonostante un ampio studio pubblicato da Plos Biology avvalori fortemente questa ipotesi

(Thomson Reuters Foundation) – L’inquinamento atmosferico soffoca i polmoni e accorcia le vite. Non solo: sarebbe anche collegato a un rischio più elevato di malattie mentali, secondo quanto emerge da uno studio basato su dati sanitari che ha coinvolto milioni di persone negli Stati Uniti e in Danimarca e pubblicato da Plos Biology. Le persone esposte all’aria di scarsa qualità in entrambi i Paesi hanno infatti fatto registrare maggiori probabilità di ricevere una diagnosi di disturbo bipolare o di depressione.

“Ci sono alcuni fattori scatenanti noti per le malattie mentali, ma l’inquinamento è una direzione di ricerca nuova – dice Andrey Rzhetsky, dell’Università di Chicago, leader dello studio – Gli studi svolti su cani e roditori mostrano che l’inquinamento atmosferico può entrare nel cervello e causare un’infiammazione che provoca sintomi simili alla depressione. È del tutto possibile che la stessa cosa accada negli esseri umani”.

L’Organizzazione mondiale della sanità stima che l’inquinamento atmosferico uccida 7 milioni di persone ogni anno, equivalenti a 13 morti ogni minuto. Una cifra superiore al totale combinato di guerre, omicidi, tubercolosi, Hiv, Aids e malaria.

Potrebbe abbreviare l’aspettativa di vita dei bambini nati oggi di una media di 20 mesi, secondo una ricerca pubblicata quest’anno dall’associazione no profit statunitense Health Effects Institute.

Lo studio

I ricercatori guidati da Rzhetsky hanno confrontato i dati sanitari e l’esposizione all’inquinamento locale per 151 milioni di residenti negli Stati Uniti e 1,4 milioni di danesi. Per questi ultimi hanno confrontato la salute mentale con l’esposizione all’inquinamento atmosferico fino all’età di 10 anni, mentre negli Stati Uniti hanno osservato i livelli di inquinamento in tempo reale. L’esposizione infantile è risultata collegata a un aumento più che doppio della schizofrenia tra i pazienti danesi, nonché a tassi più elevati di disturbo della personalità, depressione e disturbo bipolare.

I dati statunitensi hanno evidenziato che la scarsa qualità dell’aria era associata a livelli più alti di disturbo bipolare e depressione, ma non hanno trovato una correlazione tra altre condizioni come schizofrenia, epilessia e Malattia di Parkinson.

Un commento critico allo studio arriva dal professore di Stanford John Ioannidis, secondo il quale il lavoro avanza la “possibilità intrigante” che l’inquinamento atmosferico possa causare malattie mentali, ma non riesce a fornire un quadro chiaro. “Nonostante le analisi che coinvolgono grandi set di dati, l’evidenza disponibile presenta notevoli carenze e una lunga serie di potenziali pregiudizi può invalidare le associazioni osservate”, scrive Ioannidis nell’editoriale che ha accompagnato la pubblicazione dello studio.

Fonte: Plos Biology
 

(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)
 

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