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Mercoledì 11 SETTEMBRE 2019
Convenzione Pediatri. CIPe-SISPe-SINSPe: “Per Mmg una preintesa, per noi nulla. Prosegue stato d’agitazione”

Il presidente del sindacato Giuseppe Gullotta all’indomani dell’incontro in Sisac per le trattative per il rinnovo dell’Acn lascia trasparire delusione: “Avevamo capito che i contratti dei medici delle Cure primarie andassero nella stessa direzione ma non è così”.

“Ieri, 10 settembre, sono riprese le trattative in SISAC per il rinnovo dell’ACN dei Pediatri di Famiglia. Avevamo capito che i contratti dei medici delle Cure primarie andassero nella stessa direzione ma non è così: infatti mentre la Medicina Generale ha firmato una preintesa che comprende anche un adeguamento economico, per la Pediatria di Famiglia, per adesso, non è previsto un Atto di Indirizzo che vada in quella direzione”. È quanto afferma il presidente della Federazione CIPe-SISPe-SINSPe, Giuseppe Gullotta.
 
“I nostri emolumenti – precisa - sono invariati dal 2011 e, dopo un contentino con una parte di arretrati (ormai annullati dall’aumento conseguente delle tasse e dai vistosi ed incrementanti aumenti delle trattenute ENPAM, da quest’anno siamo già ad un aumento del 5% sul lordo annuo), la messa a regime è ancora lontana. La Federazione CIPe-SISPe-SINSPe ha ribadito, nella riunione lampo di ieri (un’ora scarsa di colloquio), lo stato di agitazione proclamato ormai più di un mese fa a difesa dell’intera categoria dei Pediatria di famiglia (stranamente unica sigla sindacale di categoria) e in attesa di convocazione per il raffreddamento delle vertenze sindacali come da regolamento”.
 
“I motivi – conclude - sono noti e ci teniamo a ribadirli: oltre al ristoro economico, la volontà della Parte Pubblica di ingabbiare i Pediatri in un sistema di simil-dipendenza, eliminando di fatto il rapporto di fiducia e riducendo i colleghi al ruolo di meri prescrittori; la mancanza di un piano per ovviare alla carenza di Pediatri che tra qualche anno sarà ancora più drammatica (1 su 2 nei prossimi 5 anni andrà  in pensione); il carico fiscale, che non risparmia neanche le spese sostenute per l’organizzazione del lavoro”.

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